De Luca ha acceso l’annunciometro: coprifuoco da mezzanotte (per i lupi mannari), aumenterà di un terzo il trasporto pubblico in 15 giorni.
Vincenzo De Luca ha un nuovo nemico, per lo più pescato dal calendario: Halloween. “Halloween è un’immensa idiozia, un’americanata importata. Un monumento all’imbecillità”, dice il Governatore della Campania per la gioia dei collezionisti di meme.
De Luca, fedele al plot del lanciafiamme (che in realtà usa solo contro le scuole), ha “sentito che si stanno già organizzando le feste”, per cui meglio prevenire che curare i positivi prossimi venturi: l’ultimo weekend di ottobre sarà “coprifuoco” dalle 22. “Dolcetto o scherzetto” non c’entra nulla, anche se davvero pare uno scherzo: De Luca ha appena chiuso le scuole (anche se lui prova a imbellettare la decisione: “non ho chiuso niente, la didattica continua a distanza”), e stiamo qui a parlare di Halloween.
La retorica da battaglia è la sua grammatica, ma per quanto marziale voglia apparire alla prima uscita post-polverone scolastico, da un’ora abbondante di monologo arrivano solo colpi a salve. De Luca annuncia il coprifuoco dopo la mezzanotte, non si sa da quando. Probabilmente perché la parola stessa – “coprifuoco” – fa scena, gli piace. Ma non si capisce davvero come colpire quella minima quota sonnambula di giovani (ha dimenticato di chiamarli “perdigiorno nullafacenti”) che girovaga per strada di notte abbatta sensibilmente la curva del contagio. Cosa accade dopo la mezzanotte che non è già abbondantemente accaduto dalle 21 in poi? Il coronavirus s’accanisce con la luna piena? E’ un virus mannaro? Vai a sapere.
L’importante però è piazzarsi su Facebook senza contraddittorio e poter recitare con lo sguardo fisso in camera “Prenderemo misure di guerra. Costi quel che costi”. Anche se stavolta tra i commenti su Facebook scorrono in larga parte frasi non proprio lusinghiere nei confronti del presidente campano. Il plebiscito di gradimento della primavera non c’è più.
Il coprifuoco di Halloween ha un senso preciso, nel discorso di De Luca. Serve nell’economia della tirata a prendersi la luce, le attenzioni, i titoli. Affinché in pochi s’accorgano della fuffa sottostante.
E come altrimenti etichettare la seguente dichiarazione:
“Useremo le due settimane di didattica a distanza per arricchire i piani di trasporto, coinvolgendo le società private. Lunedì faremo una riunione per capire come aumentare le corse di un terzo. E ragionare ragionare su orari e ingressi differenziati”.
Vediamo se abbiamo capito: la Regione Campania pensa di riuscire ad aumentare le corse del trasporto pubblico del 30% in 15 giorni, dopo non averci messo mano mai, tantomeno negli ultimi 7 mesi di “pausa” epidemica? E – badate bene – si comincia a discuterne da lunedì, che c’è il weekend. Mica si lavora, nel weekend. Ecco a cosa serviva chiudere le scuole, scemi noi a non capirlo.
La verità è che, cinema a parte, De Luca non riesce a nascondere la pochezza delle altre “misure” che minaccia di prendere. Per sua stessa ammissione (“stiamo cercando di lasciare aperto l’80% degli esercizi commerciali”) non ha praticamente toccato le “attività produttive”. Crisi economica a parte, il motivo addotto è imbarazzante:
“Immaginavamo di ridurre per la metà il tempo di apertura dei negozi, ma gli epidemiologi hanno detto che non avrebbe avuto una ricaduta significativa sul contenimento del contagio”.
Le task force di riferimento della Regione hanno sancito che le scuole sì, ma i ristoranti e i bar no. “I locali li abbiamo chiusi fino alle 23”, ribatte De Luca. “Perché bisogna fermare la movida”. Quindi? “Bloccata la vendita delle pizze da asporto”.
Un cortocircuito totale, in contrasto col desolante orizzonte sanitario che De Luca prospetta:
“Dobbiamo trovare ogni giorno 35 posti letti. Dovremo trovare 300 posti letto aggiuntivi ogni 10 giorni. 900 in un mese. Possiamo arrivare anche a 1000”.
Ragion per cui negli ospedali da oggi in poi “garantiremo solo interventi salva-vita. Verrà potenziata la rete dei punti nascita, ma tutto quello che può essere rinviato sarà rinviato”.
Davanti a questa montagna non resta che fare i conti col topolino che dovrebbe fronteggiarla: le feste di Halloween, il divertimento a notte fonda, le margherite a portar via. E gli studenti. I “fottuti” studenti, come i vietcong. La retorica è l’unica misura di guerra, per De Luca.