ilNapolista

Contro l’Atalanta senza Zielinski e Insigne: per la prima volta Gattuso non ha i suoi leader tecnici

In 32 partite da allenatore del Napoli, non li aveva mai esclusi contemporaneamente. Dovrà farlo contro la squadra più divertente d’Italia che l’ultima volta sconfisse gli azzurri

Contro l’Atalanta senza Zielinski e Insigne: per la prima volta Gattuso non ha i suoi leader tecnici

In un anno in cui è impossibile separare con definizione la passata e l’attuale stagione, il Napoli si sta preparando ad una svolta. Un cambiamento definito, nell’atteggiamento e nella tattica, ma non negli interpreti che ancora una volta si sono confermati in larga parte gli stessi. Nessun banco di prova, probabilmente, è migliore dell’Atalanta in questo momento: una squadra spregiudicata, compatta e fortemente votata all’attacco. Una delle poche ad aver conciliato quasi sistematicamente gioco e risultati. Soprattutto una delle poche a non aver sofferto lo schieramento serrato di Gattuso, sconfitto da quelle accelerazioni improvvise a cui è difficile far fronte.

La vera novità, tuttavia, è rappresentata dalle scelte obbligate di formazione. Il tecnico dovrà fare a meno di Zielinski (positivo al coronavirus) e Insigne (infortunio muscolare), di cui non si è mai privato contemporaneamente da quando allena il Napoli. Nelle 32 partite in cui ha guidato gli azzurri finora, non ha mai rinunciato ad entrambi nello stesso momento, per nessun motivo. Infatti, sono proprio loro ad essere risultati i giocatori più presenti in campionato nella passata stagione (37 gare ciascuno) e il polacco è stato il più utilizzato in assoluto, con ben 48 partite giocate.

Il Napoli di inizio luglio, quello che si trova ad affrontare in rapida successione Atalanta e Roma, ha una ricerca quasi ossessiva di questi due calciatori nella costruzione offensiva. D’altronde, se da un lato Gattuso ha sempre proposto un atteggiamento lucidamente studiato per non subire, dall’altro ha valorizzato la qualità cercando di non rinunciarvi mai. E in questo caso è impossibile tenere fuori nello stesso momento Zielinski e Insigne. La sintesi di questi concetti si è compiuta in quella che è stata individuata come la partita della svolta, per l’allenatore e per la squadra: la vittoria del 26 gennaio con la Juventus.

In quell’occasione, Gattuso riuscì a dare scacco a Sarri proponendo per la prima volta una squadra così stretta in fase di non possesso (la distanza media tra difesa e centrocampo è stata tra i 7 e gli 8 metri per tutta la partita) che i bianconeri non hanno mai potuto contare sulle geometrie di Pjanic e sulle invenzioni di Dybala. Il Napoli vinse 2-1 e i gol furono proprio a firma di Zielinski e Insigne.

In ogni caso, da tempo il tecnico è a conoscenza della loro assenza. Per il capitano, il recupero è previsto per la prossima settimana. Potrebbe giocare qualche minuto già in Europa League con l’AZ Alkmaar, per poi essere totalmente a disposizione contro il Benevento tra dieci giorni. Ancora indefinito invece il rientro del centrocampista, che dovrà attendere il doppio tampone negativo per riprendere gli allenamenti con la squadra.

Il nodo da sciogliere è quello relativo al modulo, se schierare due o tre centrocampisti. Anche in questo senso, sarà una prova interessante per il Napoli, se dovesse avere il coraggio di affrontare l’Atalanta con un assetto sbilanciato e innovativo nell’undici titolare, con Bakayoko che già si candida già per una maglia e Politano che scalpita per partire dal primo minuto. Ma soprattutto, senza quei due in campo.

ilnapolista © riproduzione riservata