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Guardo Olanda-Italia e mi chiedo “Chiellini cosa ci fa in campo?”

È come se l’Olanda schierasse ancora Robben (hanno la stessa età). La gerontocrazia è italica e avvelena il movimento

Guardo Olanda-Italia e mi chiedo “Chiellini cosa ci fa in campo?”

Lo sport italiano è vecchio, lento nel pensiero e nelle idee, nel cambiamento e nella precursione temporale.
Guardo Olanda-Italia e mi chiedo “Ma Chiellini cosa ci fa in campo?” È come se l’Olanda schierasse ancora Robben (hanno la stessa età). La gerontocrazia è italica e avvelena il movimento, eppure invochiamo un calcio moderno, un gioco europeo ma pecchiamo in coraggio, quello di investire e puntare sui giovani. Sia chiaro, Giorgio Chiellini, è sicuramente stato uno dei migliori difensori italiani, anche se in Nazionale ha partecipato solo a sciagurate spedizioni, ma dopo essere stato quasi un anno fermo, dopo aver compiuto trentasei anni e dopo essere uscito da una logica di titolarità dal suo club, la sua titolarità stasera sembra insensata, quasi un obbligo morale, un riconoscimento ideale ad un calciatore a fine carriera. Se invece la scelta è di natura tecnica allora bisogna preoccuparsi poiché se il paese pallonaro non è in grado di produrre centrali difensivi da nazionale o quantomeno capaci di giocare al posto di questo Chiellini, è destinato ad estinguersi dal panorama calcistico mondiale.

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