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Caso Suarez / En passant, senza volerlo, la Gazzetta ricorda che Cantone tifa Napoli

Lo spettacolo d’arte varia del giornalismo di fronte alla Juventus. Il ritorno della violazione del segreto d’istruttorio. E l’amnesia su quel convegno anti-Juve che Cantone smontò

Caso Suarez / En passant, senza volerlo, la Gazzetta ricorda che Cantone tifa Napoli

Spesso, nel linguaggio corrente, si utilizza in senso spregiativo la locuzione “paese sudamericano”. Chissà perché, basterebbe dire Italia. Soprattutto Italia quando si tocca la Juventus. Si avverte con nettezza quanto sia mellifluo il sistema mediatico. E non solo.

Oggi Raffaele Cantone è procuratore capo a Perugia, la sua Procura sta indagando sull’esame farsa del calciatore Suarez (promesso alla Juventus) per ottenere la cittadinanza.

Per fortuna, in questi giorni la cronista del Corriere della sera Fiorenza Sarzanini – juventina – ci ha raccontato buona parte di quel che è accaduto.  Perché il giornalismo – è bene chiarirlo – non può avere limiti quando si tratta di divulgare notizie. Altri non lo hanno fatto. I poveri lettori di Repubblica, ad esempio, hanno letto le briciole. E che cosa accade? Che Cantone ferma le indagini per violazione del segreto istruttorio. Infastidito dalla fuga di notizie. Anche giustamente.

Ma in Italia non si ha memoria di un provvedimento del genere. E che nel frattempo sia stata approvata la legge sulle intercettazioni, è del tutto superfluo. Vite private sono state rovinate dalla intercettazioni. Ignobilmente. Ma adesso c’è la Juventus. E siamo tutti proiettati in una nuova dimensione.

Un precedente simile, ma non uguale, riguardò Gianfranco Fini quando era il principale avversario di Berlusconi. La Procura di Roma diede notizia di un’inchiesta su di lui soltanto a fine indagini. Come se fossimo stati a Birmingham.

Oggi, nel dare la notizia dello stop alle indagini, l’edizione on line della Gazzetta dello sport accidentalmente – certamente accidentalmente (come discutere un magistrato come Cantone) – ha riportato un brano del libro di Cantone in cui lui racconta di essere tifoso del Napoli. E chi pensa che quel brano sia stato messo lì per screditare l’indagine della Procura – di un personaggio che fino a prova contraria è considerato una risorsa della Repubblica, che è stato a capo dell’Autorità anti-corruzione – è in malafede e non comprende la profondità e il senso di libertà che pervade il giornalismo italiano.

Giornalismo italiano che ha dimenticato quel che accadde soltanto due anni fa. Cantone venne invitato a un convegno universitario al Suor Orsola Benincasa con l’obiettivo di dare dignità accademica al seguente concetto: “la Juve ha rubato lo scudetto grazie a Orsato”. Ebbene Cantone si alzò e smontò il convegno, disse che per lui quello scudetto era stato vinto regolarmente. Gli juventini applaudirono. I napoletani si incazzarono. La Gazzetta se n’è dimenticata. Ma guai a parlare di dolo in riferimento al passaggio del libro di Cantone. Sareste in malafede. Malpensanti. I soliti complottardi.

È incredibile quel che accade quando viene tirata in ballo la Juventus. Molto spesso peraltro: gioca più nelle aule di tribunale che sui campi da calcio. I giornalisti benpensanti tossiscono, si girano dall’altra parte. Da giorni i colleghi in video e su carta (sulla Gazzetta ad esempio) si affannano a ripetere – come un mantra – che potrebbero esserci dei corrotti senza il corruttore. Lo sanno tutti. Capita tutti i giorni di avere corrotti senza corruttori.

Come ti chiami? “Possono esistere corrotti senza corruttori”.

Dove abiti? “Possono esistere corrotti senza corruttori”.

Quanti figli hai? “Possono esistere corrotti senza corruttori”. “Possono esistere corrotti senza corruttori”. Due volte, i figli…

Bravio figliolo…

 

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