L’ultima scuderia artigianale inglese che ha fatto la storia della Formula 1: da Mansell a Prost a Senna, è la fine di un’epoca
Quarantatre anni, 739 Gran Premi, e 16 mondiali vinti. La Williams dopo il Gran Premio d’Italia di domenica prossima non sarà più la Williams. Una storia della Formula 1 nata l’8 maggio 1977 si chiuderà questo weekend a Monza, tra l’altro nel deserto del pubblico. Si chiude, come si dice in questi casi, un’epoca.
Frank e Claire Williams, fondatore e team principal della scuderia inglese lasceranno ufficialmente i loro incarichi, dopo aver venduto le quote di maggioranza alla società d’investimento statunitense Dorilton Capital.
«Siamo stati parte di questo sport per più di quattro decadi. Siamo incredibilmente orgogliosi dei nostri record e dell’eredità che lasciamo. Tutto quello che abbiamo fatto in questi anni lo abbiamo fatto per l’amore di esserci, per il piacere di gareggiare, ed è per questo che abbiamo preso questa difficile decisione uniti come famiglia».
Claire Williams is to step down from her role as Williams Racing’s Deputy Team Principal after the Italian Grand Prix#F1 pic.twitter.com/96isvqE3PC
— Formula 1 (@F1) September 3, 2020
La Williams è la terza scuderia più vincente nella storia della Formula 1 e l’ultima di un garagista inglese a resistere “artigianale” nel Mondiale. Sir Frank Williams la fondò quasi da nulla nel 1966, arrivando in Formula 1 nel 1975 e poi nel 1978 con la FW06, la prima vettura disegnata da Patrick Head.
E’ stata protagonista dei gloriosi anni 80, con il primo Mondiale vinto da Alan Jones, e le avveniristiche invenzioni tecniche del progettista progettista Adrian Newey: le sospensioni attive, il telaio in carbonio… Nei primi anni 90 il dominio di Nigel Mansell e Alain Prost, la Williams attrae Ayrton Senna e gli fa lasciare la McLaren. Su una Williams il brasiliano troverà la morte a Imola, con Sir Frank che finirà accusato di omicidio colposo, uscendone innocente. L’apice con i due Mondiali dei figli d’arte, Damon Hill e Jacques Villeneuve. Poi il declino, fino alla cessione delle azioni, e alla definitiva chiusura – appunto – di un’epoca. A Monza.