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“Il sangue e la terra”: i noir francesi valgono sempre la pena

La normalità ed il crimine si mischiano naturalmente. I legami di sangue sono le piste che tutti percorriamo fino all’ultima goccia stillata.

“Il sangue e la terra”: i noir francesi valgono sempre la pena
Hanno sempre un sapore particolare i noir francesi di nuova generazione che sono sempre più drammatici ed action. Un esempio di buon prodotto è “Il sangue e la terra” un film del giovane cineasta Julien Leclercq che ora è su Netflix.
Una banda di balordi di colore assalta un commissariato dove sa di trovare otto chili di cocaina e dopo un conflitto a fuoco e due uomini perduti riescono nell’intento. Ma la cocaina era stata sequestrata ad un soggetto malavitoso che la rivuole. La storia criminale s’intreccia con una vita ordinaria: c’è Saïd (Sami Bouajila) il gestore di una segheria ereditata dal suocero che dopo un controllo scopre di avere dei tumori. Decide che è ora di vendere la segheria che ha in montagna e darne parte del ricavato alla cognata ed alla figlia sordomuta Sarah (Sofia Lessafre), che potrebbe così studiare disegno. Ma uno dei suoi lavoranti Yanis (Samir Seghir) è costretto dal fratello Mehdi (Redouanne Harjane) che è uno dei ladri a nascondere la droga in segheria. Ma Adama (Eriq Ebouaney) il capo della gang a cui hanno sottratto la roba punta la segheria e l’assedia. La seconda parte del film è pura azione ma la luce della foresta francese è cupa e scurosa e la lotta si trasferisce sui sentieri di montagna. Il finale è drammatico e dà senso al titolo ed alla storia: dove la normalità ed il crimine si mischiano naturalmente senza tenere in conto volontà e colpe. I legami di sangue sono le piste che tutti percorriamo fino all’ultima goccia stillata.
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