ilNapolista

Il dopo Milik e Callejon sarà difficile da gestire per la politica societaria del Napoli

I due lasceranno pur avendo un ruolo importante. E in attacco sono tanti i dubbi sul futuro, un reparto per cui è stata scelta la centralità di Mertens

Il dopo Milik e Callejon sarà difficile da gestire per la politica societaria del Napoli

Nel racconto della partita di ieri, i loro sono nomi sono in evidenza. Arkadiusz Milik ha colpito una traversa: il suo bel colpo di testa non si è trasformato in rete per questione di centimetri. José Callejon, invece, dopo qualche difficoltà in fase di conclusione, ha trovato la rete del primo vantaggio del Napoli con un movimento in verticale che lui ha contribuito a far diventare un classico. Per entrambi si è trattato di una prova positiva, che li ha visti partecipare attivamente nel successo sulla Roma, dove tutta la squadra nel complesso si è espressa su ottimi livelli nelle due fasi di gioco.

Così coinvolti, eppure il Napoli della prossima stagione farà a meno di entrambi che hanno deciso di non rinnovare. Per motivi diversi. Callejon, dopo sette anni di onorato servizio, sente il bisogno di cambiare principalmente per rientrare in Spagna e vivere l’ultima esperienza ad alti livelli della propria carriera nel suo paese natale. Milik invece vuole uscire dal rapporto dicotomico con Mertens, acuito ancor di più dai tanti impegni ravvicinati. L’alternanza non gli sta più bene, anche perché la continuità realizzativa legittima il desiderio di un contesto dove la fiducia accordatagli sia massima. E i club che sarebbero pronti a dargliela non mancano, anche ad alti livelli.

Il Napoli ha cominciato tempestivamente a muoversi sul mercato per trovare due sostituti. Per ora, però, le mosse sono limitate a Politano e Petagna: due discreti giocatori ma certamente almeno un passo indietro. Per lo slot di punta centrale, sembra comunque imminente l’arrivo di Victor Osimhen dal Lille. Il giocatore ha già conosciuto la città, l’allenatore e il presidente, ed è rimasto convinto della destinazione. È giovane, ma ha dimostrato già tanto nel campionato francese. L’idea del club probabilmente è quella di farlo crescere almeno per la prima stagione alle spalle di Mertens e poi valutare se affidargli maggiori responsabilità.

Senza rifare, però, l’errore commesso con Milik, cioè intrappolare un calciatore con le sue qualità in un dualismo che toglie continuità ai singoli e al collettivo, anche perché lui e il belga sono attaccanti con caratteristiche differenti. Da questo punto di vista, si comprende chi si è detto contrario al rinnovo di Mertens: le sue qualità non sono in discussione ma è inevitabile che una simile scelta rallenti il processo evolutivo fisiologico della squadra. Specialmente se in rosa è presente un giocatore all’altezza che nonostante tutte le difficoltà è in grado di confermarsi anno dopo anno.

Il nuovo accordo con Mertens e l’acquisto prossimo di una punta così giovane delineano in qualche modo le gerarchie anche per la stagione 2020/21, con Dries ancora al centro dell’attacco. Gattuso non è il tipo di allenatore che conferisce status a priori, ma nemmeno uno che sperimenta molto, almeno in questa fase. Tra qualche mese comincerà il suo vero esame alla guida del Napoli, potrà seguire la squadra fin dalla preparazione estiva e confrontarsi con Giuntoli per i calciatori che faranno parte del nuovo corso. Insomma, l’occasione da sfruttare.

Se al centro del reparto la diversità delle opzioni diventa quasi un punto di forza, lo stesso non si può dire nella posizione che rimarrà scoperta con l’addio di Callejon. Lo spagnolo si è rivelato un giocatore unico per gli equilibri di squadra e per l’intelligenza dei movimenti in campo. Finora, per ragioni diverse, Politano e Lozano non rappresentano ancora i suoi successori e questo dà vita all’incertezza, specialmente perché il Napoli comunque è alla ricerca di un altro esterno. L’idea probabilmente è quella di cautelarsi ulteriormente qualora persistesse questo stato di cose, che finisce anche per mettere in discussione il loro futuro. D’altronde, tenerli tutti sarebbe troppo. E potrebbe anche non bastare. Gli interrogativi restano molti, l’augurio invece soltanto uno: non arrivare mai a rimpiangere chi viene ceduto.

ilnapolista © riproduzione riservata