A Sky Sport. “La frase detta a febbraio su Rangnick? La ripeterei, non è una frase contro una persona, era una frase contro una modalità”
Poco prima di Napoli-Milan, il direttore dell’area tecnica rossonera, Paolo Maldini, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Sky Sport.
“E’ strano incontrare Gattuso da avversario, ma spesso le strade si dividono. Quello che c’è stato tra Rino e il Milan, comunque, nessuno potrà mai cancellarlo“.
Ci sono stati appelli dei tifosi affinché lei resti.
“E’ una cantilena che stiamo ripetendo da tempo, vogliamo arrivare al meglio a fine stagione e per farlo dobbiamo evitare questi discorsi. Poi prenderemo le decisioni”.
E’ stato avvisato dalla società sui piani futuri?
“Anche se non l’avessero fatto non lo direi. Dobbiamo dare stabilità alla squadra. Ero molto fiducioso e il lavoro fatto finora l’ha confermato”.
Ripeterebbe la frase detta a febbraio su Rangnick?
“La ripeterei, non è una frase contro una persona, era una frase contro una modalità. Non era rivolta ad una persona“.
Su Pioli e la squadra.
“Sono molto orgoglioso, vedo il 90% degli allenamenti, sapevo che questa squadra era destinata a sbocciare, il lockdown ha permesso a Pioli di fare una mini preparazione che non aveva fatto. Tanti giocatori nuovi hanno fatto bene, Rebic, Ibra, Bennacer… Se devo dire un nome dico Kessie, è diventato un giocatore completo, con una grande evoluzione, il fatto di giocare a 2 lo ha aiutato, mi ha sorpreso davvero tanto. Sono sicuro che questa potrà essere una grande base per il Milan del futuro, per vedere chi farà parte del Milan del futuro ci saranno decisioni prese da altri e magari anche da me stesso. A volte ci dimentichiamo anche dell’età dei giocatori, abbiamo un sacco di giocatori giovani. Abbiamo spinto molto per prendere due giocatori esperti come Ibra e Kjaer per farli crescere. Se io non avessi avuto vicino Baresi e Tassotti da giovane non avrei fatto quello che ho fatto, perché mi sentivo sicuro. Non ci sono casi di squadre che hanno avuto successo solo con i giovani, il passato conta e può essere una grande spinta. Quella maglia pesa e la storia è difficile da portare per i giovani che non sono abituati a farlo”.