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Corsport: la Serie A dice sì a De Laurentiis per una “media company” sui diritti tv

L’obiettivo è raddoppiare gli introiti. Il progetto, propedeutico al canale ufficiale della Lega, sarà portato il 30 luglio in Assemblea

Corsport: la Serie A dice sì a De Laurentiis per una “media company” sui diritti tv

Il piano di De Laurentiis per fare in modo che la Serie A gestisca in autonomia i diritti tv compatta la Lega. Lo scrive il Corriere dello Sport. Ieri il presidente del Napoli ha illustrato ai colleghi il progetto a pranzo, all’hotel St. Regis di Roma.

A tavola, scrive il quotidiano sportivo, c’erano 13 rappresentanti di società, 5 si sono collegate via zoom e 2 (Juventus e Brescia) non hanno partecipato. Oltre al patron del Napoli, tra i presidenti si sono fatti vedere Lotito (Lazio), Ferrero (Sampdoria), Preziosi (Genoa), Setti (Verona) e Pizzarotti (Parma). Tra i dirigenti alti in grado va segnalata la partecipazione di Scaroni (Milan), Fienga (Roma), Barone (Fiorentina) e Carnevali (Sassuolo).

“La cordata De Laurentiis vorrebbe evitare che i fondi d’investimento diventino soci azionisti del disegno editoriale (come previsto inizialmente), preferendo la loro “alleanza” nel ruolo di finanziatori. Da questo punto di vista è molto attivo Claudio Lotito che ha già sondato Fortress e Wanda Group, allontanandosi dalla linea Dal Pino per sposare quella di De Laurentiis. Ma tra le parti, almeno stavolta, c’è totale condivisione sull’idea di base e il numero uno della Serie A, che entro venerdì attende proposte vincolanti dai fondi, non si opporrebbe a questa opzione; al di là della modalità con la quale verrà creata la media company, l’importante è che si faccia in tempi rapidi”.

Se il piano dovesse andare in porto, i club diventerebbero padroni dei propri contenuti

trasmettendo il segnale con la possibilità di creare un vero e proprio canale ufficiale della Lega, oltre a un magazine. L’obiettivo è raddoppiare gli introiti, e quindi le risorse per il calcio italiano, nel giro di pochi anni”.

La proposta sarà discussa il 30 luglio, in Assemblea.

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