ilNapolista

“I cerchi nell’acqua” è il giallo di quest’estate

L’ultimo libro di Alessandro Robecchi racconta le indagini con una lingua veloce e dolorosa, come un silenzio fermo e solido

“I cerchi nell’acqua” è il giallo di quest’estate

Quanti giallisti ci sono in Italia? Forse più dei candidati alle elezioni e non passa giorno che non ne nascano altri: come funghi dopo una spolverata di pioggia umida fuori stagione. Commissari, ispettori, agenti scelti e non, il giallo con le sue declinazioni crime è il vero libro dell’estate. Chi scrive ama il genere e lo frequenta da “Il giorno della civetta” in avanti, consapevole che questo genere circolare è la vera forma del romanzo odierno. Ebbene – per chi non l’abbia ancora fatto – vi consigliamo quello che è a nostro giudizio il migliore giallista italiano: verace seguace della lezione dell’uomo di Racalmuto. Stiamo parlando di Alessandro Robecchi, giornalista di lungo corso a il manifesto e tra i fondatori della nostra Bibbia giovanile: Cuore.

Robecchi si è inventato il sovrintendente Ghezzi Tarcisio che con Carella e Sannucci svolgono le loro indagini nella Milano odierna sempre più corrotta: specchio della nostra Italia. In “I cerchi nell’acqua (pagg. 416, euro 15; Sellerio)” Ghezzi cerca per conto di una prostituta – la Franca – il suo uomo, il Salina, che è sparito apparentemente senza motivo. Mentre Carella si eclissa nel mondo della malavita per ricercare il Vinciguerra, un poco di buono che è appena uscito dal gabbio per tenere fede alla parola data a L. che lotta in una sala di rianimazione. Due indagini private e non autorizzate che si intrecciano con quella ufficiale che vedono il capo Gregori ed il Sostituto in cerca dell’assassino del restauratore Crodi.

Sottotraccia una Milano specchio di un’Italia “spossata dall’attesa di cose che non verranno mai”. In questo Paese figlio di Stati generali fosforescenti si muovono due poliziotti che non pensano alle voci che girano in un Commissariato ed alle loro carriere perché in fondo il loro lavoro lo fanno per i portieri e per i baristi onesti. Robecchi segue queste indagini con una lingua veloce e dolorosa: come un silenzio fermo e solido. Lo scrittore sa esattamente descrivere – perché lo vive e lo sente – tutto quello che gli gira attorno. Lingua e realtà vanno a braccetto come le indagini che portano a soluzioni che si possono tenere.

ilnapolista © riproduzione riservata