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Le 10 cose da ricordare di Napoli-Juventus finale di Coppa Italia

Il palo di Insigne su punizione. Il palo di Elmas nei minuti di recupero. Il rigore parato da Meret a Dybala. Il rigore finale tirato da Milik. Agnelli che premia i vincitori

Le 10 cose da ricordare di Napoli-Juventus finale di Coppa Italia

Uno. 5′ minuto. La leggerezza di Callejon. Gioca come in un’altra era e si mette a palleggiare sotto l’area di rigore. Appoggia all’indietro e innesca un tiro in porta di Cristiano Ronaldo che Meret neutralizza tuffandosi sulla sinistra.

Due. 15′ minuto. Lo scavetto di Maksimovic. In una prolungata manovra per uscire dall’area, il serbo si concede un cucchiaino per andare a pescare Di Lorenzo sulla linea laterale. Un segnale di una rirovata convinzione nei propri mezzi.

Tre. 23′ minuto. Il palo di Insigne. Non c’è mai un solo istante di dubbio su chi calcerà la punizione da quel punto del campo. Mertens è arrendevole subito. Mario Rui spera fino all’ultimo di convincere Lorenzo. Invece va lui, il tocco è giusto, la mira anche, la misura pure. Buffon non ci arriva. Incoccia il palo.

Quattro. 40′ minuto. L’incursione di Demme. Il passo da piccolo trottatore del regista tedesco si allunga per una penetrazione che a Lipsia non azzardava mai e che invece a Napoli non è un inedito. Buffon si oppone con i piedi al diagonale.

Cinque. 41′ minuto. Il tentativo di Insigne da fuori. Su una palla vagante fuori area, Lorenzo arma il destro e cerca il palo di fronte a lui con un taglio, o meglio un mezzo taglio, non un vero tiro a giro, non un collo pieno. Buffon si distende sulla sua destra e devia in calcio d’angolo.

Sei. 79′ minuto. Due uccelli attraversano l’inquadratura sul teleschermo. Non sono una proiezione digitale della Lega Calcio. Sono veri. Due le possibilità. O si tratta dell’aquila della Lazio convocata per errore, oppure è ancora l’uccello che attraversò il cielo dell’Olimpico durante la finale dei 200 metri vinta da Berruti ai Giochi di Roma del 1960.

Sette. 92′ minuto. Il palo di Elmas. Quanto sarà distante dalla porta? Un metro, forse due. Calcia a botta sicura e trova le dita di Buffon che toccano di quel tanto da deviare sul palo, dopo aver fermato sulla linea il colpo di testa di Maksimovic, come aveva fatto Zoff nel 1982 contro il Brasile.

Otto. Il rigore parato a Dybala. La mano che mette Meret sul primo tiro della serie indirizza il risultato. Con i pensieri si vola subito a Rafael, che era portiere di riserva ma fu l’eroe della finale di Supercoppa contro la Juventus finita ai rigori.

Nove. Il rigore decisivo di Milik. Qui invece abbiamo pensato a Brady, che con la maglia della Juventus, ormai certo di andar via, andò sul dischetto a battere un rigore decisivo per la vittoria dello scudetto, a Catanzaro, nel 1982.

Dieci. La premiazione. Andrea Agnelli che mette le medaglie al collo dei vincitori.

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