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Italia 90, la confessione di Matthäus: «Non era rigore quello che decise la finale»

Il fuoriclasse tedesco a La Naçion: «Ma non credo che Codesal lo fece apposta. Prima, c’era un rigore su Augenthaler. Nell’86, Beckenbauer temeva troppo Maradona»

Italia 90, la confessione di Matthäus: «Non era rigore quello che decise la finale»
Roma 08/07/1990 - finale Mondiali di calcio Italia 1990 / Germania-Argentina / foto Imago/Image Sport nella foto: Lothar Matthaus-Rudi Voeller

Trent’anni dopo, è prescrizione. Il giornale è argentino, ma non pensiamo che il giornalista de La Nacion – a diri poco splendidi i servizi sul Mondiale di Italia 90, trent’anni fa – abbia estorto o accomodato la dichiarazione di Lothar Matthäus. Anche perché è molto ben descritto lo stato d’animo e il modo di porsi del tedesco. Matthäus confessa che no, quel rigore che decise la finale tra Germania e Argentina non c’era. 

«Io un fallo su Calderon? Veramente? Non me lo ricordo. L’Argentina non ci ha mai attaccato, come avrebbe potuto avere un rigore. Non sono mai entrati nella nostra area».

Poi, pian piano si fa serio. «Per me, in quella finale c’è stato un rigore molto chiaro per la Germania ed è stato all’inizio del secondo tempo: fallo di Goycochea su Augenthaler».

E il presunto fallo di Sensini su Völler? «Ero molto ben posizionato. Ho visto il contatto ma non era un contatto tale da fischiare un rigore. In una finale mondiale, si fischia un rigore solo se sei sicuro al 100% che lo sia. Per me non era così. Ma non credo che Codesal lo abbia fatto apposta. Forse era in una posizione diversa e per lui era evidente»

I fuoriclasse li riconosci anche trent’anni dopo. E Matthäus era un fuoriclasse. Poco da aggiungere.

Il rigore di Italia 90

L’intervista de La Naçion è giornalismo in purezza. Racconta perché non calciò lui quel rigore (lo trasformò Brehme). «Avevo rotto una scarpa, l’avevo sostituita ma non mi trovavo bene, avevo problemi, non mi sentivo a mio agio».

Parla anche della finale del 1986.

«Beckenbauer temeva troppo Maradona. Per lui ebbe tutto il rispetto che non ebbe per Platini in semifinale. Per 70 minuti giocammo in un modo che non ci apparteneva (lui marcò Maradona, ndr). Poi tornammo al nostro stile e rientrammo in partita. Perché Beckenbauer cambiò? Perché Maradona era Maradona».

E aggiunge che nel 2014 tirarono un sospiro di sollievo quando non videro Di Maria in campo in finale. Così come nel 90 non c’era Caniggia squalificato.

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