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In Liga ogni club presenterà la playlist dei cori virtuali. Pochi microfoni in campo (violano la privacy)

El Paìs racconta la finzione audio che ascolteranno da stasera in Spagna. Rumore indistinto della folla inesistente, niente fischi, pubblico costruito al computer

In Liga ogni club presenterà la playlist dei cori virtuali. Pochi microfoni in campo (violano la privacy)

Il pubblico della Liga ha rischiato seriamente di vedersi rappresentato come in una delle meravigliose scene di massa di The Game fof Thrones. Ma poi El Ranchito, lo studio grafico spagnolo responsabile della creazione al computer delle battaglie della spettacolare serie tv HBO, non ha passato l’esame: la sua esperienza di post-produzione non era del tutto in linea con la visione della Liga. Alla fine le tribune degli stadi spagnoli saranno “riempite” dallo studio norvegese Vizrt lo stesso fornitore scelto da Sky per animare gli spalti virtuali della Premier.

Se non l’avete ancora capito, stiamo parlando di calcio. O almeno di questa nuova versione “posticcia” che andrà in onda da stasera in Spagna, nella quale c’è la partita ma non tutto ciò che c’è attorno è reale. Il calcio diventa un film, come scrive El Pais che racconta in che modo la post-produzione cambierà lo spettacolo cui siamo abituati.

Ne abbiamo già scritto: prepariamoci ad uno straniante effetto Playstation, con il dodicesimo uomo in campo ricostruito ad arte e digitalmente modificato: allegro ma non troppo. Il metodo spagnolo a tal proposito spiega molto bene quel che sarà.

Nell’ansia di regalare al telespettatore gli effetti di un calcio dal vivo che non c’è più, si sono impegnati così tanto da riuscire a disinnescare persino i pochi lati positivi delle porte chiuse. “Finalmente sentiremo che cosa si dicono i giocatori in campo!”… macché. La Liga ha posto paletti molto ben congegnati: Mediapro, la società incaricata di produrre il segnale televisivo, implementerà meno microfoni del solito in campo, proprio per fare in modo che ciò che accade sul campo resti sul campo. Una modifica che risponde a una richiesta dei club che vogliono continuare a “nascondersi” sotto il rumore della folla, anche se la folla non c’è.

C’è la lettura del labiale, ma anche quella non sarà più così invasiva: i protocolli sanitari impongono l’eliminazione delle telecamere dal livello del suolo, così c’è scritto sul documento sulla “presentazione audiovisiva” distribuito ai club al quale El Pais ha avuto accesso.

Le telecamere saranno trasferite nella prima fila degli spalti, in posizione elevata: migliora la prospettiva dell’inquadratura e limita sgradevoli immagini di posti vuoti in tribuna.

Ma la parte più impegnativa riguarda la formula “per creare una percezione audiovisiva attraente, che ricordi le partite a porte aperte”. La Liga offrirà la partita in due versioni: reale e virtuale (con un pubblico e ambiente ricostruiti con la computergrafica).

Secondo il documento la tribuna virtuale replica sempre la presenza di un pubblico locale e statico mentre il gioco si svolge, con spettatori in dimensioni naturali, soprattutto per testa e torace, abbigliati con i colori del club locale”. In tribuna quindi niente tifosi in trasferta, anche se per esempio i cori del Betis nel derby di Siviglia saranno riprodotti sul canale con il segnale virtuale. La trasmissione include suoni ambientali fissi presi dal videogioco FIFA, registrato negli stadi stessi: mormorio generico, occasione da gol, perdita clamorosa della palla, gol. “Un operatore sonoro situato in una cabina di regia sceglierà la traccia più adatta per ogni momento”.

Ma hanno pensato proprio a tutto: il sonoro “posticcio” allo stadio durante non può superare gli 80 decibel, per evitare interferenze con le trasmissioni televisive, e l’uso di “audio come strumento tattico”: non sarà permesso di variare il volume a seconda del possesso della palla.

Il club deve consegnare alla Liga prima del match la scaletta dei cori virtuali che intende utilizzare. Sempre con dei limiti: “È possibile riprodurre brani neutri o positivi. Non saranno ammessi messaggi inappropriati, fischi o offese ai giocatori e agli arbitri”.

Le mamme degli arbitri tirano un sospiro di sollievo.

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