El Pais dedica una pagina alla proposta di MediaPro sul sonoro d’archivio riprodotto allo stadio. Negli Stati Uniti ha funzionato (come nelle sit-com), in Spagna sono scettici
La proposta di MediaPro
E i tifosi, quelli veri, muti. Sprofondati in un divano di ecopelle, sguazzando nel sudore di un’estate italiana, mentre alla stadio i cartonati 1:1 – quando non le bambole gonfiabili, alla coreana – canteranno i loro cori, per non lasciare solo il calciatore, l’ultimo eroe dello sport pandemico, triste solitario y final.
Il calcio posticcio è al centro di un dibattito un po’ surreale, a corredo di problematiche enormi: i protocolli, i contagi, le quarantene, i morti, i debiti. El Pais dedica una pagina al progetto di Mediapro, la società che filma e commercializza la Liga, per riprodurre negli stadi a porte chiuse gli effetti sonori della folla, usando i suoni d’archivio di ogni club.
La ricostruzione scenografica del pallone che fu, ora che tocca tornare in campo a giocare per davvero, va avanti con un po’ di pudore, ma va avanti. Aggiungono ogni giorno un pezzettino, come se stessero montando il set Lego della vecchia cara atmosfera da stadio: la bolgia, i rumori, le mamme degli arbitri e tutto il cucuzzaro. Manca, evidentemente. E lo si dice persino troppo.
La retorica che da sempre ha avvolto i tifosi
Jörg Neblung, un ex procuratore sportivo, la settimana scorsa ha aizzato il Twitter tedesco perché infastidito da uno striscione esposto al Borussia Park di Mönchengladbach che diceva “Il calcio è niente senza tifosi”. Ma quando mai:
“Il calcio non è niente senza tifosi!” Cosa? Scusa ma il calcio senza tifosi è “il calcio in forma pura, 11 contro 11”, l’origine del gioco. Battaglia invece di evento”.
I tifosi, infatti, investiti da anni di retorica del ruolo di “dodicesimo uomo in campo”, questa ripresa artificiale del calcio non la vogliono. Non sanno più come ribadirlo, chiusi fuori dal loro palcoscenico abituale. Si sentono estromessi dallo spettacolo, il quale per dirla con Neblung torna in questo periodo al suo stato primordiale: la battaglia senza cornice. E’ il presupposto concettuale scavalcato in Serie A decine di volte: nevica? Non si gioca perché gli spalti sono scivolosi, non perché sia impossibile giocare a pallone. Lo sport ridotto – nella sua ragion d’essere – a momento ricreativo e poco altro. Evento, appunto.
Il calcio insapore
Ora che la Bundesliga ha riaperto con l’eco delle arene svuotate, l’effetto piscina, il rimbombo delle urla da partitella del giovedì, lo straniamento ha colto un po’ di sorpresa l’utente finale. Lo sapevamo che sarebbe stato così, è così. Ma ora ci mettiamo una pezza. Che possono essere le tribune con i tifosi collegati in videoconferenza su Zoom, o i “buuu” registrati che stanno ipotizzando in Spagna. Arriveranno a simulare i tafferugli, per rendere più credibile l’ambientazione. E’ l’effetto Playstation, piaccia o meno.
Siamo cresciuti con le sitcom americane che sottolineavano le battute con le risate pre-registrate, mandate a comando. Non possiamo farne a meno. Salvo poi avvilirci per il risultato finale. Jorge Valdano ha detto alla Gazzetta dello Sport che “c’è una sensazione insapore, generata da uno spettacolo che non è reale. Dobbiamo fare uno sforzo mentale per capire, o ricordarci, che la partita ha un valore agonistico, che ci sono dei punti in palio. Si fa fatica a vederla come una gara tradizionale”.
Però si scoprono le altre facce della medaglia. Valdano stesso ammette che non avrebbe mai immaginato che Alaba avesse personalità, lo ha scoperto perché lo ha sentito urlare in campo. E’ come se l’eliminazione del rumore di fondo avesse svelato dei dettagli che all’appassionato-voyeur (nel nome del quale hanno portato le telecamere a profanare la sacralità dello spogliatoio prima delle partite) piacciono un sacco. Hai voglia a coprirti la bocca con le mani a cucchiarella per evitare la lettura del labiale, ora ti sentono.
Negli Stati Uniti ha funzionato
“Sono rimasto sorpreso dal fatto che in Bundesliga non si sia fatto un piccolo sforzo in più”, dice Jaume Roures, Managing Partner di Mediapro. “Cercheremo di colmare una lacuna, il ruolo fondamentale svolto dalle persone. Ripristineremo quel suono ambientale che abbiamo registrato in tutti questi anni, lo riprodurremo, perché contribuirà ad avere un’interazione più emotiva con le partite”.
Se già non bastasse il motivatissimo sospetto che il circo andrà avanti per esigenze superiori – i diritti tv, i debiti delle società – questa ulteriore rielaborazione estetica conferma, per alcuni, la deriva del sistema. Lo scorso fine settimana la Bundesliga ha testato il pacchetto truccato in Magonza-Lipsia, per gli Stati Uniti. Dove infatti è stato apprezzato non poco, anche dall’ex Padova Lalas. Il pudore ha trattenuto gli operatori dal tentare l’esperimento anche nella tradizionalissima Europa. È un freno inibitorio, tocca farsene una ragione. Il calcio sintetico è già qui, come il dibattito di plastica allegato.