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Il calcio se ne frega della scienza: tifosi allo stadio ma senza abbracciarsi ai gol

L’idea di Agnelli fa proseliti: scardinare le porte chiuse, magari già da luglio. Basta considerare lo stadio come un teatro (e ignorare gli studi scientifici)

Il calcio se ne frega della scienza: tifosi allo stadio ma senza abbracciarsi ai gol

È un rilancio ad oltranza. Non è ancora uscito il calendario della nuova Serie A che il calcio, soprattutto quello italiano, prova a forza un altro tabù: scardinare le porte chiuse. Il piano parte in sordina, sottovoce, come ipotesi. Ma è un attimo e raccoglie consensi. E così Agnelli propone la capienza ridotta, e tutti gli si accodano. D’altra parte ormai il vento soffia sul negazionismo: il virus non c’è più, vale quasi tutto. Scuole e tribunali no, ecco. Ma lo stadio? Già a luglio, azzarda qualcuno.

Il come, poi, fa parte di un copione tragicomico già visto. Secondo Repubblica, si potrebbe “riaprire solo agli abbonati, distribuendoli nei vari settori in modo da non superare il 25% della capienza. Oppure vendere un posto ogni 4-5, in modo che ognuno abbia accanto, davanti e dietro almeno un posto libero. Ovviamente non si potrebbe prescindere dal rispetto categorico dei posti assegnati (con buona pace dei gruppi organizzati). E, ovviamente, dal divieto di abbracciarsi, che vale per i controllatissimi calciatori in campo, figurarsi per la gente sugli spalti”.

Divieto di abbracciarsi. Che fa il paio con le discoteche aperte dove non si può ballare, o le feste non troppo allegre. E’ la famosa teoria che differenziava nei primi decreti di riapertura l’attività ludica da quella sportiva: puoi correre ma non puoi divertirti. Un po’ devi soffrire, questione di decoro.

Al progetto, definito “ambizioso” – ricordiamo che la notizia del presunto positivo al Bologna il giorno prima della riunione clou tra Governo, Figc e Lega fu titolata “l’intoppo”… – stanno lavorando, appunto, Agnelli e il presidente della Lega di Serie A Paolo Dal Pino: riaprire, magari già dai primi giorni di luglio, le porte al pubblico.

Secondo Repubblica è un punto di vista “persino condivisibile”: da domenica è tornata visitabile l’Arena di Verona, seppure con la limitazione a 1285 persone. E dal 15 giugno sarà possibile ad assistere a spettacoli a teatro, con mille persone se all’aperto”. Notoriamente il pubblico, allo stadio, è composto e sobrio come quello del Nabucco.

Ci sono studi che confermano il ruolo degli eventi sportivi come clamoroso veicolo di contagio del virus, soprattutto per le ricadute epidemiologiche del famoso indotto: non è tanto allo stadio che la trasmissione del virus accelera, è fuori che si innesca la miccia: nei mezzi di trasporto per andare alla partita, nei pub, a chioschi. Però è estate, ci prepariamo ad un’orgia notturna di pallone mai vista, al ritorno dalle spiagge. Apriamo tutto, altro che porte chiuse.

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