“Gli Stati Generali sembrano la sessione conclusiva del Concilio di Nicea. Avremo un documento finale che risolverà il problema della transustanziazione tra il Padre e il Figlio”

Vincenzo De Luca, nel suo consueto appuntamento settimanale su Facebook se la prende con la burocrazia, un classico ormai. E anche sulla pastoie della politica, che non decide mai davvero.
“Siamo un Paese straordinariamente ricco di grandi statisti ma povero di buoni amministratori. Non abbiamo capito che la democrazia è forte non per il numero di promesse, ma per i risultati che offre ai cittadini. Se dagli Stati Generali ci sarà qualcosa di buono abbiate la bontà di farmelo sapere. Sembrano la sessione conclusiva del Concilio di Nicea. Avremo un documento finale che risolverà il problema della transustanziazione tra il Padre e il Figlio ma sarà difficile vedere in concreto degli atti. Nel frattempo, nessuno dice niente dei nodi burocratici che ancora esistono nei ministeri romani, dove ci sono ancora vecchi marpioni che prendono per i fondelli ministri spesso improbabili e marpioni burocratici che misurano i tempi dell’azione amministrativa non in giorni, mesi e anni ma in epoche geologiche. Stanno ancora tutti lì, a Roma, in postazioni chiave dei ministeri”.
“Abbiamo rilevato due eccellenze questo governo, uno alla Pubblica Istruzione, e l’altro alla Giustizia. Era difficile fare meglio: abbiamo appreso che erano a casa loro in poltrona alcuni capi della Camorra, si stavano rilassando… Il Ministro era impegnato ad aggiustarsi la pochette nel taschino nella sua giacca sempre di due misure inferiori a quella necessaria. Nel frattempo qualche grande capo della mafia e della ndrangheta, prendeva pure il reddito di cittadinanza”.