Sul Giornale. Non aveva testa, non aveva pazienza, si batteva come un brave heart contro chiunque gli si parasse davanti. Il suo lutto gli ha fruttato la vicinanza anche dei rivali, ma Gattuso non ha nemici in nessuna parte d’Italia.

“C’è molto repertorio da lacrime e affetto attorno a Rino Gattuso. La tragedia famigliare che lo ha colpito è stata un’onda lunga che ha coinvolto anche le fazioni rivali a quelle napoletane. In verità Gattuso non ha nemici in nessuna parte d’Italia“.
Lo scrive Tony Damascelli su Il Giornale. E spiega:
“È stato guerriero in campo e da allenatore non ha mai spacciato football, non si è mai considerato depositario esclusivo del verbo, ha sempre rispettato o addirittura celebrato gli avversari”.
Perché Ringhio non ha mai dimenticato le proprie origini, “di fame e sofferenza, di migrante, comunque privilegiato”. E continua:
“Faccia un passo avanti chi avrebbe mai immaginato quindici anni fa che Gattuso sarebbe diventato un allenatore vero. Non aveva testa, non aveva pazienza, si batteva come un brave heart contro chiunque gli si parasse davanti, Joe Jordan fra questi. Ma l’uomo quello era e quello è rimasto, genuino, generoso, pragmatico e, insieme, dolce e nostalgico”.
Il tecnico è riuscito a ricomporre una squadra che si era smarrita nelle liti di spogliatoio dopo l’ammutinamento.
“Ha preso il posto di Ancelotti, ha rimpiazzato Sarri, ha lavorato in silenzio portando la squadra in finale”.
Non ha risposo a Conte che lo ha accusato di aver guadagnato il traguardo con un calcio difensivo.
“perché sugli almanacchi del calcio vengono riportati i risultati e non l’estetica del gioco”.
L’ombra del passato al Milan gli è rimasta dentro, scrive Damascelli. Il gesto di trasferire il suo compenso ai collaboratori è stato
“dimenticato troppo in fretta in un mondo avido ed egoista”.
Se domani dovesse vincere, avrebbe un premio come professionista, ma se pure non dovesse riuscirci non cambierà molto.
“Ma, conoscendolo, una eventuale sconfitta non ne cambierà né la pelle, né la testa, come lui sostiene: «Se uno nasce quadrato non può morire tondo». Però vive da Rino Gattuso“.