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Crosetti: i gol dell’Atalanta come preghiere e carezze, ritorna la vita a Bergamo

Su Repubblica: “Si corre e si testimonia. Si ricorda e un poco ci si consola: lo sport è unguento sulle ferite”. Si intravedevano quasi i pensieri della squadra di Gasperini: “Non siamo qui solo per noi, sembrano dire gli occhi”

Crosetti: i gol dell’Atalanta come preghiere e carezze, ritorna la vita a Bergamo

Su Repubblica, Maurizio Crosetti scrive del ritorno in campo dell’Atalanta, dopo la tragedia del Covid che ha devastato Bergamo. Un ritorno alla vita, oltre che una partita di calcio.

Ritorna, la vita, nei segni della croce che i calciatori tracciano nell’aria prima di giocare, e nei tanti occhi lucidi, e nei nasi soffiati nel minuto di silenzio. Bergamo è una città dolente nel sole di un giorno magnifico e assurdo, caldo d’estate e morte nel cuore. Ci sono anche tutti quelli che non ci sono, i tifosi a casa e i perduti per sempre, i 6 mila uccisi dal virus, quelli dentro le bare sui camion militari il 18 marzo, «io ho contato 42 amici che se ne sono andati» dice Pietro «e ce n’erano di giovani»”.

Nel gioco della squadra di Gasperini ritorna la vita.

Ci sono gol che assomigliano a preghiere, a carezze“.

Crosetti continua:

“Si corre e si testimonia. Si ricorda e un poco ci si consola: lo sport è unguento sulle ferite”.

Crosetti racconta i cori degli ultras, oltre il muro della curva.

“E dopo dieci minuti di partita si sentiranno anche gli ultrà. Oltre il muro della curva, assembrati, gridano insulti alla Lega Calcio e ritmano i loro cori, poi più niente”.

La canzone di Roby Facchinetti che accompagna il video che ricorda la devastazione del virus, prima che inizi la partita.

Pare quasi di poterli guardare i pensieri dei ragazzi in campo e in tribuna, quelli che masticano il chewing gum dietro le mascherine, non siamo qui solo per noi, sembrano dire gli occhi. Poi si gioca, perché giocare si deve e non è mai solo un gioco”.

 

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