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Che silenzio al Bentegodi, neanche un insulto registrato

Succede niente. A parte il fatto che vince il Napoli. Che poi queste partite senza pubblico sembrano tutte uguali, perfino quelle decenti

Che silenzio al Bentegodi, neanche un insulto registrato

Succede niente, succede, niente. Non succede, non può, nel silenzio del Bentegodi, nulla può essere. Non una persona, come da virus in corso, non un coro, ma soprattutto, non un coro offensivo contro i napoletani. Non può essere. Succede niente, succede. Non siamo abituati ad andare a disputare un intero incontro a Verona senza ricevere nemmeno un’offesa, che so un lavali col fuoco (come minimo) o un Napoli colera (vintage, che va sempre bene). Niente, succede niente. Non hanno preparato nemmeno un audio da trasmettere dagli altoparlanti dello stadio. Che disorganizzazione. Ammettiamolo, sarebbe stato geniale. Ma genialità contrasta con l’insulto, si addice allo sfottò, è il semplice colorato divertente sfottò non abita queste terre. Peccato. Succede niente, succede. I calciatori, sia del Verona che del Napoli, sono entrati in campo ancora più disorientati, va bene l’assenza dei tifosi sugli spalti, va bene il vuoto, va bene le poltroncine colorate per fare scena, ma non ricevere nemmeno un insulto volgare è destabilizzante. Succede niente, succede.

Succede niente, succede. Il Napoli in maglia verde, che sembra meno brutta di altre volte. In campo, le squadre, a un orario insolito. La partita dell’apericena, ma senza nessuno, come quando facevamo i brindisi su Skype, accostavamo i boccali su Twitter, ci sbronzavamo in streaming. Rifacciamolo. Ma la partita è su Dazn, non possiamo brindare o ubriacarci in contemporanea. Uno solleva il bicchiere mentre l’altro sta ancora versando. Uno sta prendendo la birra dal frigorifero, una sua amica, metti a Berlino, le sta ancora comprando al supermercato. Succede niente, succede.

Succede, niente, succede. La partita incomincia, la voce del telecronista arriva dal quinto minuto del primo tempo, mentre l’arbitro fischia un fallo al settimo, Zielinsky accelera al nono. Tre partite sfalsate, togli la voce e sono due. Il ritorno del buffering. Il Napoli segna prima negli aggiornamenti online che sui nostri pc. Esultiamo due volte: Milik e poi, ancora e meglio: Millllllikkkk.  Milik tutto solo al centro dell’area, non sapremo mai se si tratti di errore tattico del Verona, di poca voglia di marcare per non rischiare il contagio, o se – di nuovo – non c’entri Dazn, col Verona rimasto indietro a un paio di minuti prima. Comunque dopo un cinque minuti è gol più o meno per tutti. Succede niente, succede.

Succede niente, succede. Nel silenzio dello stadio, il Verona pareggia, ma  non è valido, lo scopro a gol già annullato. Faraoni compare e subito viene eliminato da ogni aggiornamento. Secondo le regole è giusto così, e chi siamo noi per andare contro il regolamento? Nessuno, nemmeno insultati, restiamo in silenzio e in vantaggio.

Succede niente, succede. Che poi queste partite senza pubblico sembrano tutte uguali, perfino quelle decenti, sembra tutto finto. Anche il gol bello pare fatto in riscaldamento. Certe volte gli attaccanti si dimenticano e pensano che se sbagliano un gol fatto non sia grave. Tanto stiamo provando, no? E invece è tutto vero. Succede, niente, succede. E invece i tre punti.

Succede niente, succede. Eppure Lozano entra, al quindicesimo cambio a disposizione di Gattuso. Entra e, guarda un po’, segna. Di testa. Non ci crede nessuno. Fosse stato su Sky a palla che viaggia a velocità regolare ce l’avrebbe fatta? Lasciamo la questione ai cronisti. Intanto che succede niente, succede 2 a 0. Lozano non crede di essere autorizzato a fare due gol e ne sbaglia subito uno abbastanza facile, rovinando un’apertura stupenda di Insigne. Lo scriviamo anche per quelli che, come in Holly e Benji, stanno ancora vedendo correre Lozano verso la porta del Verona, da diverse ore. Succede niente, succede. A parte il fatto che vinciamo. Per davvero.

 

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