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Tania Cagnotto: «le Olimpiadi non sono una priorità. Per le donne è complicato, non solo nello sport»

Bella intervista al CorSport: «A porte chiuse non hanno senso. Noi mamme abbiamo energie infinite. Sono preoccupata per mia figlia a 17 anni, non adesso»

Tania Cagnotto: «le Olimpiadi non sono una priorità. Per le donne è complicato, non solo nello sport»

Il Corriere dello Sport intervista Tania Cagnotto. Ha ripreso ad allenarsi e racconta com’è stato.

«Tornare a tuffarmi dopo il lockdown è stato bello. Forse non avevo mai avuto così tanta voglia di tornare ad allenarmi come in questo periodo».

La cosa che le è mancata di più, dice, è stata la libertà.

«Ma non solo nello sport. Anche la libertà di poter uscire quando voglio, di andare a fare la spesa in un attimo, di vedere i genitori, siamo stati lontano per tanto, troppo tempo. Le cose che hanno provato tutti in questa situazione. La gestione di mia figlia Maya è stata diversa, la mancanza dell’aiuto dei nonni si è sentita».

La pandemia non l’ha cambiata.

«Non ho scoperto niente di diverso in me. Non ho mai avuto questa sensazione di paura. Ovviamente mi attenevo e ancora mi attengo alle regole. Dall’altra parte, però, non vedo l’ora che si possa ripartire di più, soprattutto per le persone che sono rimaste senza lavoro».

La Cagnotto ha una bimba di due anni. E’ preoccupata per il mondo che si troverà a vivere.

«Mi interesso al cambiamento del clima, ma non solo a quello. Sono molto sensibile. La cosa che mi spaventa di più è guardare i ragazzini di 17-18 anni e pensare a Maya a quell’età, a che preoccupazioni avrà, che cavolate farà, e che preoccupazioni avrò io».

Si reputa «molto fortunata» e dichiara che le Olimpiadi non sono una priorità.

«Tokyo non è una priorità. Le priorità sono altre. Anche la pandemia ce lo ha insegnato. Ma non ho ancora mollato, mi piacerebbe provare a capire meglio a settembre, riprendere a pieno regime e vedere come va fisicamente, se le cose sono cambiate o no».

Un anno cambia tanto e per lei, che è abituata a programmare tutto, «l’idea di non sapere cosa succederà mi disturba parecchio».

Si dice contraria alle Olimpiadi a porte chiuse.

«I Giochi sono belli perché coinvolgono tante persone. Quando me l’hanno chiesto durante il lockdown ho detto di sì, le avrei fatte anche senza pubblico. L’ho detto inconsciamente, proiettando la mia condizione. Ma pensandoci, l’Olimpiade a porte chiuse perde tanto, è un peccato enorme. E pensare di farle così anche tra un anno, non lo so: forse bisognerebbe chiuderla lì».

La Cagnotto parla della differenza tra uomini e donne, anche nello sport. Volere dei figli rappresenta un problema, per le atlete. Ma è proprio la condizione femminile diversa.

«Per le donne è complicato. Non solo nello sport. Nel lavoro una donna libera professionista ha più cose negative che positive. Non trovo giusto che una laureata prenda uno stipendio molto più basso di un suo collega».

Essere mamma, conclude, le ha insegnato quali sono le priorità e di quante energie dispone una donna.

«Le priorità. E poi che noi mamme abbiamo energie infinite. Non pensavo di poter fare così tante cose con una bambina: riuscire ad allenarmi, preparare da mangiare, stare sempre con lei, fare tutto in base a lei. Vivere non è più una cosa da egoisti».

 

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