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La paura dei calciatori: «Dopo due mesi di stop, i movimenti sono pericolosi per noi»

Su Repubblica. Problemi a spostarsi di lato e a cambiare direzione. Tanti fastidi fisici. Il preparatore: «Ora l’allenamento con la palla è più pericoloso che a secco»

La paura dei calciatori: «Dopo due mesi di stop, i movimenti sono pericolosi per noi»
during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Fc Juventus.

Su Repubblica il pericolo infortuni nel calcio dopo lo stop di due mesi a causa della pandemia. I calciatori hanno perso l’abitudine al gesto tecnico. Come se avessero dimenticato come si fanno alcune cose.

Balotelli, scherzando su Instagram con Matri ha detto che forse non saprebbe stoppare più la palla, per disabitudine. E poi ci sono gli infortuni dei primi giorni di allenamento. Da Pau Lopez a Manolas.

Un difensore della Serie A di cui il quotidiano non fa il nome esprime la preoccupazione dei colleghi.

«Abbiamo perso alcuni movimenti, come spostarsi di lato, i cambi di direzione. Per motivi di spazi molti di noi non lo hanno potuto fare per due mesi».

Proprio per questo, molti calciatori, scrive Repubblica, temono infortuni ai legamenti. Secondo medici sportivi e preparatori, invece, il rischio maggiore sono i danni a muscoli e tendini, che sono più a rischio delle articolazioni.

Il medico sociale dell’Inter, Piero Volpi, racconta che molti giocatori sono preoccupati.

«Ho sentito i giocatori e vogliono garanzie di sicurezza, ma nessuno può dargliele».

E anche il protocollo dei medici per gli allenamenti di squadra pone il problema, prevedendo che ciascun club debba

“tenere conto della valutazione dei profili psicologici e motivazionali per la salvaguardia della salute mentale-psicologica dei nuovi contesti lavorativi”.

Secondo il preparatore atletico del Milan, Matteo Osti, è importante evitare il sovraccarico, lavorare su aerobica e alimentazione. Per lui, sbagliare le sequenze di carico e di lavoro in questo momento può creare problemi.

«Nessuno di noi si è mai trovato a dovere gestire fisicamente la squadra in circostanze del genere. Per evitare infortuni, oltre a impegno e abilità, servirà anche fortuna».

E un altro preparatore di A di cui Repubblica non fa il nome, mette in guardia dal rischio di farsi male col pallone.

«In questa fase, l’allenamento con la palla è più pericoloso che a secco. I sessanta giorni trascorsi a casa non sono stati di sola inattività fisica, ma anche mentale. Si perde l’abitudine al gesto tecnico, al movimento coordinato, il pallone va introdotto ma aumentando gradualmente il livello di difficoltà degli esercizi».

Molti club lavorano con la palla la mattina e il pomeriggio si dedicano al lavoro fisico. Perché quando si è già stanchi è più facile calcolare male una distanza, il tempo di un salto, insomma, avere un difetto di coordinazione che potrebbe portare a stirarsi.

Una cosa è certa, scrive Repubblica: in Serie A sono tanti i giocatori che nella prima settimana di allenamenti individuali hanno accusato dei problemi di vario tipo.

Alla Lazio in tanti hanno riscontrato dolori ai piedi, ogni squadra ha qualche giocatore che ha accusato affaticamenti muscolari o contratture“.

 

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