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Il virus dell’assurdo: in Lombardia, bomba epidemica italiana, si può fare sport. In Campania no

La nostra non è un’emergenza nazionale, è un’emergenza regionale. Senza la Lombardia, l’Italia avrebbe la metà dei morti. Eppure loro fanno sport e noi no

Il virus dell’assurdo: in Lombardia, bomba epidemica italiana, si può fare sport. In Campania no

Il golf, l’atletica leggera, l’equitazione, la vela, la canoa, il tennis, la corsa, tutte le attività sportive acquatiche individuali, il canottaggio, l’escursionismo, l’arrampicata sportiva, il ciclismo, la mountain-bike, il tiro con l’arco, il tiro a segno, l’ automobilismo, il motociclismo e pure i go-kart. Da ieri in Lombardia c’è libertà di sport all’aperto.

Sempre ieri, in Lombardia, ci sono stati 720 nuovi positivi al coronavirus, e 134 morti per Covid-19. Praticamente la metà di tutti i casi e delle vittime italiani, almeno stando ai dati confusi e polverosi snocciolati quotidianamente dalla Protezione Civile. Nel resto del Paese, quello che fa – tutto intero – gli stessi numeri della Lombardia, non è ancora possibile fare sport (se non in qualche caso, come la Sicilia, e con molte limitazioni).

In mezzo a questa frattura geografica, epidemiologica – persino logica – c’è un’ordinanza regionale firmata dal governatore lombardo Attilio Fontana. E’ il cortocircuito della “devolution” pandemica: la Regione devastata dall’epidemia, primo ed enorme focolaio non ancora ricondotto alla normalità, può decidere in totale autonomia di “liberare” i suoi cittadini dalle costrizioni del lockdown, mentre il resto del Paese, praticamente tutto il sud solamente sfiorato dal contagio, resta ad ammirare incredulo: ma che fanno? Come è possibile?

Massimo Galli, il primario di Malattie infettive all’Ospedale Sacco di Milano, dice oggi in un’intervista a Repubblica che “Milano è una bomba, perché in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia. Abbiamo un numero altissimo di infettati, che ora tornano in circolazione”. Liberi di fare sport, anche. Che è poi probabilmente la cosa più sana che possono fare i cittadini lombardi, ma non è questo il punto.

Il punto è che l’innesco di questa raffazzonata Fase 2 – affidata pubblicamente dallo Stato alla “responsabilità individuale” e a null’altro – brucia in partenza ogni parvenza di raziocinio. Il governo di una zona in cui muore di Covid-19 una persona ogni 10 minuti è libera di “ripartire” quando gli pare, mentre in Campania – per dirne una – l’unico sport ammesso è il famigerato running, solo da lunedì scorso e in fascia protetta (due ore all’alba, poi stop). Niente tennis, per esempio, che pure è una pratica fisiologicamente “asociale”. E niente canottaggio, e niente atletica, ecc. ecc. In Campania, ieri, i nuovi positivi erano 14. Quattordici.

Questa non è un’emergenza nazionale, è un’emergenza regionale. Per sviluppo epidemico e gestione politica.

In attesa di scoprire che il virus è morto di noia mentre noi flirtavamo col lievito madre, e che quindi siamo salvi, amen, andiamo in spiaggia!, forse sarebbe il caso di riposizionarci in un contesto nazionale. Milano era considerata a ragione, prima della pandemia, una sorta di città-stato: un posto nel quale tutti i trend negativi del restante Paese finivano smentiti. Una realtà parallela. La Lombardia s’è ritrovata a giocarsi la sua credibilità nella gestione di una crisi sanitaria, dall’alto dello stesso preteso piedistallo. Un incubo di scelte sbagliate, scandali, sfondoni comunicativi, gaffe. Morti, soprattutto. I morti di Bergamo portati via di notte dai camion dell’Esercito. Eppure eccoci ancora qua, dall’altro lato del confine immaginario, ad ammirarne – si fa per dire – l’unicità, la sventatezza, la sfrontatezza.

Lo sport è come al solito lo specchio di ben altro: riflette un’immagine, e mai come in questo caso la distorsione è così evidente che è complicato farsene una ragione. C’è stato un momento in cui il runner era diventato l’untore del nuovo millennio, il capro espiatorio che solo per il fatto di mettersi in braghe corte veicolava il “cattivo esempio”: se corre lui perché non posso uscire io a fare due passi?

Ecco, la Lombardia potrebbe essere il “runner” della Fase 2: se loro si comportano così, perché a Napoli non possiamo farci due set in santa pace? Se non fosse che al netto di questa gestione schizofrenica urge ricordare che in Lombardia muore di Covid-19 una persona ogni 10 minuti. Però sono ripartiti, loro.

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