Lo conferma uno studio: le squadre di casa senza pubblico vincono il 10% in meno. E la “nuova” Bundesliga ribadisce: gli ospiti hanno vinto più della metà delle partite
“Il calcio è bello anche senza tifosi, è battaglia non evento”, ha scritto su Twitter Jörg Neblung, ex agente di Heike Drechsler, scatenando il dibattito in Germania. Intanto tocca fare i conti con una realtà: ora che il “dodicesimo uomo in campo” resta fuori, perché il calcio pandemico è a porte chiuse, che fine fa il famigerato fattore campo?
Uno studio dell’Università di Reading e della Otto Beisheim school of management di Dusseldorf sull’incidenza del pubblico su calciatori e arbitri – riportato da Sportmediaset – conferma che il concetto di “casa” e “fuori casa” comincia a perdere di senso.
La ricerca prende in considerazione le partite a porte chiuse disputate nelle coppe europee e nelle principali leghe continentali dal 2002/03: 161 gare, 103 delle quali in italia. Col pubblico nel 46% dei casi vince la squadra di casa, senza pubblico il dato si abbassa al 36%. Le vittorie della squadra fuori casa passano dal 26 al 34%. Da 1,45 gol fatti a partita, col pubblico, la media scende a 1,23 con gli spalti vuoti, mentre la percentuale realizzativa delle squadre ospiti non cambia.
La Bundesliga ripresa da poco gonfia ulteriormente la tendenza: finora ha fatto registrare un 13,6 % di vittorie interne, 31,8 % di pareggi e ben 54,6 % di successi esterni.