Nell’intervista a El Paìs parla del giocatore del suo cuore: «Faceva cose che ho visto fare solo a Conti e a Maradona». L’avversario più forte? Chendo
Il quotidiano spagnolo El Pais ha intervistato Paulo Futre, oggi 54 anni, fuoriclasse portoghese che giocò anche nella Reggiana e con una presenza nel Milan. Futre vinse la Coppa dei Campioni col Porto nel 1987, nella finale del tacco d’Allah Madjer e del gol di Juary al Bayern di Monaco. Arrivò secondo al Pallone d’oro del 1987, dietro Gullit.
Nell’intervista Futre parla soprattutto di due calciatori. Di Chendo suo avversario a Madrid (Futre giocava nell’Atletico). E di Chalana il portoghese – a lungo nel Benfica – che conquistò gli occhi all’Europeo 1984 e fu protagonista della semifinale poi persa 3-2 contro la Francia di Platini.
«Se mi chiedi chi è il giocatore che mi ha colpito di più, il mio vero idolo da quando ero bambino, devo rispondere Fernando Chalana. Ma nel mio cervello il giocatore che considero il più forte è stato Chendo».
Dello spagnolo dice: «Era intelligente, veloce, corretto, un signore. Eppure quei derby erano decisamente più duri rispetto a quelli attuali, ma Chendo non mi ha mai tirato un brutto calcio. Non è mai entrato per far male. Non era cattivo. Quando ti colpiva, era perché aveva provato ad anticiparti. Un attaccante sa quando entrano per farti male. Chendo, mai».
Il cuore, però, batte per Chalana. «È l’unico calciatore al mondo che ho visto dribblare con i fianchi. Uno, due, tre avversari saltati solo con le finte di corpo».
Futre ricorda che Chalana si infortunò agli Europei del 1984 «e non più stato lo stesso calciatore. È successa la stessa cosa anche a me. Chalana era tecnica, dribbling, guida. Faceva cose che ho visto fare solo a Conti e Maradona. Era bassino con baffi importanti. Era destro ma tutti pensavano che fosse mancino perché giocava col sinistro e utilizzava allo stesso modo entrambi i piedi. Per tutta la vita ho voluto essere come lui».
Racconta di quando lui, giocatore dello Sporting, andò al vecchio stadio Da Luz a vedere Chalana giocare col Benfica. Lo Sporting giocava fuori casa, io ero infortunato, e volevo vederlo da vicino anche se dal terzo anello non era così vicino. Il mio club lo scoprì ed ebbi qualche problemino».