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Capello: «Calciopoli ci ha tolto scudetti che ha regalato ad altri»

Al CorSport: «Temo più gli infortuni del virus. Chiellini? Non mi piace leggere certe cose. Per me il calcio si gioca, non si racconta Sono i social il problema dello spogliatoio oggi»

Capello: «Calciopoli ci ha tolto scudetti che ha regalato ad altri»

Intervistato dal Corriere dello Sport, Fabio Capello si schiera per la ripartenza del calcio. Dice di esserne stato convinto da un fattore in particolare.

«Il fatto che ne stiamo venendo fuori, con tutte le precauzioni del caso. Ma stare chiusi non si può un giorno di più».

Ritiene che i calciatori abbiano ragione ad essere preoccupati per gli infortuni.

«Temo gli infortuni più del virus. Hanno lavorato due mesi in casa con molti limiti e adesso hanno voglia di entrare subito in forma. Il rischio muscolare è già alto negli allenamenti. Se si giocheranno tre partite a settimana, il recupero fisico tra una prestazione e l’altra è difficile».

Sarà soprattutto difficile la gestione psicologica degli atleti. È questa difficoltà che si troveranno a dover affrontare gli allenatori.

«Devi entrare nella testa dei calciatori. Dove adesso c’è la paura del virus e degli infortuni, ma anche la disabitudine a giocare senza pubblico. Il calciatore è un animale da stadio, sente la folla addosso. Giocare come negli allenamenti è diverso. Qui la differenza la fanno i grandi campioni, non tanto dal punto di vista tecnico. Conta la personalità».

Chi è più avvantaggiato è la Lazio, dal punto di vista mentale.

«E’ la testa che fa la differenza, non il corpo. La testa a posto ce l’ha soprattutto la Lazio, che ha tenuto a Roma tutti i suoi giocatori».

Sugli effetti del virus sui calciatori contagiati.

«Se parli con gli atleti contagiati ti dicono che fisicamente hanno preso una bella botta. All’inizio ci vorrà cautela con loro».

Ricorda l’11 maggio 2006, quando il cda della Juventus si sciolse a causa di Calciopoli.

«Moggi e Giraudo erano grandi dirigenti e abbiamo vinto sul campo. Calciopoli ci ha tolto scudetti che ha regalato ad altri».

Su Chiellini e il suo libro.

«A me hanno chiesto tante volte di scrivere un libro, quando ero in Inghilterra. Mi hanno anche offerto cifre notevoli, ma ho sempre detto di no. Non mi piace leggere certe cose. Per me il calcio si gioca, non si racconta».

Su Icardi e le sue vicende con l’Inter dice che hanno a che fare «con le dichiarazioni della sua signora» e che la pretesa di Spalletti che fosse Mauro a scusarsi per le parole di Wanda non sono da interpretare in senso maschilista o cameratesco.

«Non la vedo così. L’obbligo è militaresco, il rispetto è un’altra cosa».

Sullo spogliatoio e le sue dinamiche, dice:

«Certe regole non cambiano. Bisogna rispettare gli orari e fare attenzione alle parole. Sa che cosa è cambiato? Sono arrivati i social. Sono i social il problema dello spogliatoio oggi».

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