E’ l’unico Paese dove il calcio non si è fermato. I supporters della Neman Grodn credono che i dati ufficiali sui contagi siano falsi. Il vice-presidente della Duma: “Lukashenko credi che l’intero globo sia pazzo e tu intelligente?”
Il calcio di tutto il mondo si ferma, tranne che in Bielorussia. Perché il presidente Aleksandr Lukashenko ritiene che il virus sia “solo una psicosi”. L’ultima partita c’è stata il 29 marzo, Futbol Klub Minsk-Dinamo Minsk, finita 3-2.
Persino gli ultras chiedono di fermare tutto. Quelli della Neman Grodno (serie A), che ha giocato lo scorso weekend, hanno lanciato un appello.
“Chiediamo di sospendere il campionato come sta accadendo nel resto del mondo, invitiamo i fan di tutte le squadre a restare a casa e non andare allo stadio, c’è una difficile situazione epidemiologica nel Paese”.
Gli ultras sono spaventati dalle cifre false diffuse dalle autorità, che dichiarano ci siano meno di cento casi di contagio in tutto il Paese. Ma il loro appello rimane inascoltato. L’autorità sportiva definisce i consigli dei virologi “apocalittici ed ingombranti”.
Così, mentre nel mondo è catastrofe ovunque, Lukashenko va avanti imperterrito. Per lui il virus non esiste.
Il deputato liberal democratico del Cremlino, Vladimir Zhirnovsky, ha dichiarato:
“Lukashenko deride il pianeta. Ovunque sono state prese misure rigorose, in Bielorussia gli stadi sono pieni”.
Mentre il vice-presidente della Duma:
“Prima che decine di infetti diventeranno migliaia, fermati, ti prego, Aleksandr Gregorevich, credi che l’intero globo sia pazzo e tu intelligente?”.
Ma Lukashenko va avanti imperterrito.
Si fa riprendere con in mano la mazza per giocare a hockey e cita Zapata:
“Meglio vivere in piedi che morire in ginocchio”.
E alla giornalista che lo intervista chiede:
“Lei vede qualche virus qui in giro sugli spalti? Il miglior rimedio per il virus è lo sport”.