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Ferlaino: «I giocatori sono strapagati, quanti sono decisivi? Messi non lo è, Maradona lo era»

Intervista al Corsport: «Il calcio è corroso dai procuratori. La ragionevolezza post-virus durerà un attimo. Bianchi? Mi dia il numero, lo chiamerò»

Ferlaino: «I giocatori sono strapagati, quanti sono decisivi? Messi non lo è, Maradona lo era»

Il Corriere dello Sport, a firma Antonio Giordano, intervista Corrado Ferlaino prossimo agli 89 anni. L’ex presidente del Napoli parla delle sue giornate in questi giorni di emergenza, e anche del calcio e del suo sviluppo dopo questa pandemia.

Dice

c’è stata un’escalation paurosa, con calciatori che guadagnano molto più di quanto guadagnino i loro presidenti. E come è possibile che ciò accada? Mi aspetto ripercussioni per il Paese sotto il profilo finanziario, la ripresa sarà lenta e faticosa, e in assenza d’una presa di coscienza, nulla nel calcio sarà immediatamente come prima».

«La rovina è dietro la porta, perché la ragionevolezza durerà un attimo. Poi, tranne per chi ha già dimostrato lungimiranza, si tornerà a correre verso l’acquisto più costoso, il contratto più elevato, i bonus più invitanti. Il sistema è corroso da dentro, ci sono procuratori – e a me non stanno simpatici – che giocano su più tavoli, perché vivono di provvigioni e ogni cessione muove capitali. E a loro non interessa altro che spostare i propri assistiti».

Di Messi dice:

Quanti sono i calciatori al mondo che cambiano, sul serio, la fisionomia di una squadra? Senza voler essere paradossale, ma Messi, altrove, farebbe vincere come riuscì a Maradona con il Napoli e l’Argentina? Ne dubito, perché fuori dal contesto Barcellona, con la sua Nazionale, non mi sembra sia riuscito ad ottenere risultati indimenticabili. Non credo che Messi, inserito altrove, sia capace di far vincere a un club ciò che quel club non è stato in grado di conquistare fino a quel momento.

Elogia De Laurentiis:

negli ultimi campionati, ha rappresentato con il Napoli il contro-potere tecnico. Nel 2018 lo scudetto gli è stato negato, diciamo così, dalle decisioni di Orsato in Inter-Juventus. Perché quello scudetto sarebbe finito qui da noi.

E infine un pensiero a Ottavio Bianchi che è lì nel bel mezzo della tempesta covid-19

Non ci sentiamo più, forse non ci siamo mai più sentiti dopo l’ultima separazione. Però mi ha dato una bella idea: mi dia il numero, voglio chiamarlo.

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