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Da Boninsegna ad Altafini, fino a Orsato: le sliding doors nella storia del Napoli

Come sarebbe andata la storia del Napoli se alcune partite decisive fossero finite diversamente: da gol sbagliati a decisioni arbitrali

Da Boninsegna ad Altafini, fino a Orsato: le sliding doors nella storia del Napoli

Nella vita di ognuno capita di arrivare ad un passo dal successo o dall’insuccesso, e poi accade qualcosa che cambia il destino. E prima o poi tutti si chiedono “cosa sarebbe successo se…”. È il fascino delle cosiddette “sliding doors”, quelle porte scorrevoli della vita che aprono al paradiso o all’inferno. Alcuni registi e scrittori hanno fatto fortuna con questo particolare genere, che tecnicamente è chiamato “ucronia”.  L’ucronia non è altro che uno stile narrativo fantastico, un gioco che rilegge la storia cambiandone gli eventi decisivi, in una sorta di universo parallelo nel quale i fatti seguono un percorso alternativo rispetto a quello reale. Allora mi sono chiesto: quale sarebbe stata la storia (e la bacheca) del Napoli in Serie A, se alcuni eventi decisivi avessero avuto una svolta diversa? In realtà (è meglio saperlo prima) si tratta di una rilettura che lascia un po’ di amaro in bocca.

La storia parallela del Napoli che segue è stata ricostruita (stile Wikipedia) basandosi su alcuni episodi sul campo che avrebbero potuto, in alcuni casi avrebbero dovuto, prendere una piega diversa.

Nota: gli episodi della storia alternativa costituiscono delle storie indipendenti e non c’è correlazione temporale tra di loro, in quanto ognuno di essi è raccontato come se gli altri non fossero mai accaduti.

 Da Wiki Ucronia: Serie A 1970-71

“… il Napoli era stato in testa alla classifica fino al 14 dicembre. Il 21 marzo 1971, alla vigilia della sfida a San Siro contro l’Inter, gli azzurri erano terzi a 2 punti dai nerazzurri e a 3 dal Milan. Il Napoli riuscì nell’impresa di battere l’Inter a San Siro, raggiungendola a 31 punti. La vittoria arrivò in 11 contro 10, grazie ad un gol di Altafini al 40′ del primo tempo. Per i nerazzurri era stato espulso Burgnich, reo di un fallo su Umile. Molte furono le proteste interiste per un presunto fallo da rigore di Panzanato su Mazzola, non visto dall’arbitro Gonella.

Nel frattempo il Milan continuò a condurre la classifica con due punti di vantaggio sull’accoppiata Napoli-Inter.

La settimana successiva le 3 squadre si ritrovarono a braccetto, grazie alle vittorie di Napoli e Inter, e la contemporanea sconfitta casalinga del Milan contro il Varese.

L’11 aprile 1971 il Napoli vinse lo scontro diretto con il Milan a San Siro. I partenopei, dopo il gol sfiorato dal Milan con Combin al quinto minuto, chiusero la partita sull’1-0 grazie ad una autorete di Maldera al 23′. Nel frattempo l’Inter, in trasferta a Varese, si sbarazzava facilmente della squadra di Nils Liedholm. Azzurri e nerazzurri rimasero quindi da soli in vetta. Il Napoli si liberò poi della scomoda compagnia dell’Inter alla 26a giornata, grazie al pari che la Juventus impose ai nerazzurri al comunale di Torino.

Gli azzurri riuscirono per altre due settimane a mantenere il vantaggio di appena un punto sull’Inter, vincendo contro la Roma in casa e il Cagliari in trasferta. Mentre il Milan era ormai a 5 punti di distacco dalla vetta, e quindi fuori dai giochi scudetto, dopo la sconfitta subita a Bologna alla 28a giornata.

La penultima giornata sancì virtualmente la conquista del primo scudetto partenopeo, grazie alla vittoria al San Paolo per 3 a 0 contro il Bologna e il contemporaneo stop dell’Inter, 2 a 2 a Firenze. L’ultima partita, in casa del già retrocesso Catania, diventò così una passerella per il Napoli, al quale bastò il pareggio a reti bianche per portare il primo tricolore alle falde del Vesuvio.

Per Chiappella si trattò del primo scudetto da allenatore, dopo le 2 Coppe Italia, la Coppa delle Coppe e la Mitropa Cup vinte sulla panchina della Fiorentina. Dino Zoff inaugurò invece a Napoli una lunga serie di scudetti vinti, che arriveranno a 7 nella stagione 1981-82…”

Da Wiki Ucronia: Serie A 1974-75

“… gli azzurri si lanciarono dunque all’inseguimento della Juventus, arrivando allo scontro diretto del 6 aprile 1975 a soli 2 punti dalla capolista. Dopo il gol del temporaneo vantaggio bianconero, siglato da Causio nel primo tempo, fu il capitano del Napoli, Juliano, a decidere con una doppietta la sfida scudetto. Prima con un gran tiro al 59′, poi con un altro bolide ad un quarto d’ora dalla fine. La Juve sfiorò il pareggio con l’ex Altafini a 2 minuti dal termine, la cui respinta, su un tiro di Cuccureddu finito sul palo, fu salvata sulla linea da Esposito.

             

I partenopei si ritrovarono quindi in vetta alla classifica a pari merito con la Juventus. Lo strepitoso rendimento della squadra di Vinicio nelle ultime 5 giornate, con 9 punti su 10, e la contemporanea flessione dei bianconeri, usciti dal Sant’Elia di Cagliari solo con un pareggio e pesantemente sconfitti a Firenze per 4-1 alla penultima giornata, consegnarono al Napoli il primo scudetto della sua storia. Rendendo il Napoli di Vinicio una squadra imitata negli anni successivi. Un modello che, ispirato a quello olandese, sarà seguito da tante squadre in quanto non solo spettacolare, ma anche vincente…”

Da Wiki Ucronia: Serie A 1980-81

 “… a 5 giornate dalla fine, un terzetto era in cima alla graduatoria a quota 35 punti: Juventus, Roma, e un Napoli reinseritosi nella lotta scudetto grazie a una serie di successi. Gli azzurri, in virtù di un calendario più agevole, sembrarono subito i favoriti. Infatti il 26 aprile 1981 il Napoli restò in vetta con la sola Juventus, battendo in casa il già retrocesso Perugia, grazie ad un gol al 23’ di Claudio Pellegrini. La vittoria arrivò dopo un inizio da brividi. Infatti, al primo minuto di gioco, una spaccata dell’azzurro Moreno Ferrario verso la propria rete fu salvata dal portiere Castellini con un intervento prodigioso. Nel frattempo la Roma restò attardata a causa del pareggio a reti bianche rimediato ad Ascoli.

La settimana successiva tutte le 3 squadre vinsero le loro partite casalinghe, la Juventus contro l’Avellino, il Napoli contro la Fiorentina e la Roma con un roboante 5-0 contro il Perugia.

La giornata decisiva diventò così la 28a, con il Napoli che riuscì a vincere a Como con un gol di Francesco Palo allo scadere, e Juventus e Roma e che chiusero il loro scontro diretto di Torino sullo 0-0. La classifica vedeva quindi il Napoli in testa da solo con 41 punti, seguito dalla Juventus con 40 e dalla Roma con 39.

Il primo posto solitario in classifica consigliò al Napoli la massima prudenza nello scontro diretto contro la Juventus alla penultima giornata, scontro che infatti terminò sullo 0-0. L’unica grande occasione per la Juventus capitò sui piedi di Vinicio Verza, il cui tiro leggero, deviato da Guidetti, rischiò di beffare Castellini al ventesimo della ripresa. Nel frattempo la Roma batté in casa la Pistoiese con il minimo scarto, rendendo l’ultima giornata una specie di thriller, con il Napoli a 42 punti, seguito da Roma e Juventus a 41.

Lo scudetto si decise quindi al fotofinish, con il Napoli vittorioso a Udine, grazie al gol decisivo di Claudio Pellegrini su passaggio di Ruud Krol, al 19′ del primo tempo. Servì a poco la vittoria casalinga della Juventus contro la Fiorentina per 1-0, se non ad assicurarsi il secondo posto davanti alla Roma, fermata sul pareggio per 1-1 ad Avellino.

Una stagione disgraziata, ma poi diventata trionfale, per una città passata dalle macerie del terremoto al suo primo scudetto. Uno scudetto insperato ed inatteso, che renderà il 24 maggio 1981 una data indelebile nella storia di Napoli. Un tricolore che portava soprattutto la firma di Ruud Krol, che a Napoli trovò la sua seconda giovinezza a 32 anni, continuando la sua serie di vittorie dopo i 6 scudetti, le 3 Coppe dei Campioni, una coppa intercontinentale, una Supercoppa e le 6 Coppe d’Olanda nei suoi 12 anni all’Ajax. Per l’allenatore Rino Marchesi si trattò del primo ed unico scudetto vinto in carriera…”

Da Wiki Ucronia: Serie A 1987-88

“… il Napoli fece una lunga corsa solitaria, arrivando ad accumulare 5 punti di vantaggio sulla seconda, il Milan, a 10 giornate dalla fine. Il secondo scudetto consecutivo era ormai a portata di mano. A 5 giornate dalla fine il Napoli conduceva ancora con 4 punti di vantaggio sui rossoneri, che non avevano saputo approfittare appieno di alcuni tentennamenti della capolista nei due mesi precedenti. Ma il Milan, nelle due settimane successive, sfruttò il calo atletico di cui furono vittime i partenopei, inanellando 2 successi consecutivi contro la Roma all’Olimpico e nel derby contro l’Inter, mentre gli azzurri raggranellarono un solo punto a causa della sconfitta a Torino contro la Juventus e del pareggio di Verona.

Nello scontro scudetto del San Paolo alla terzultima giornata, con gli azzurri ancora in testa, ma con un solo punto di vantaggio, l’episodio chiave arrivò quasi subito. Infatti al quarto minuto, un incursione di Bagni, venutosi a trovare solo verso la porta di Galli, era stroncata da un duro fallo di Franco Baresi. Il milanista sarà espulso dall’arbitro Rosario Lo Bello, lasciando il Milan in 10 uomini e sotto choc per tutta la partita.

          

La rete che regalò di fatto il secondo scudetto consecutivo al Napoli sarà segnata da Diego Armando Maradona, al 45’ del primo tempo, su calcio di punizione. Il Milan non riuscirà più a reagire, e ridotto in 9 per l’espulsione di Van Basten, che gettò platealmente la maglia a terra per protesta dopo un fischio a centrocampo di Lo Bello, subirà anche la rete del definitivo KO a 12 minuti dalla fine, grazie ad un colpo di testa di Careca.

Sarà l’evento decisivo nella storia del Napoli, che arricchirà il suo ciclo vincente con gli altri due scudetti vinti nel 1988-89 e nel 1989-90. Scudetti a cui si aggiungeranno le 2 Coppe Campioni vinte nel 1989 e nel 1990.

Furono molte le polemiche scoppiate dopo Napoli-Milan, con il presidente rossonero Berlusconi che accusò l’arbitro Lo Bello di aver falsato la partita con l’espulsione di Baresi, a suo avviso troppo frettolosa. Il presidente Berlusconi, nonostante gli investimenti miliardari, troverà le sue prime vittorie solo quattro anni dopo, con l’arrivo di Fabio Capello sulla panchina. Il nuovo allenatore regalerà al Milan di Berlusconi 4 scudetti in 5 anni.

L’allenatore più vincente nella storia del Napoli, e uno dei più vincenti nella storia del calcio italiano, Ottavio Bianchi, lascerà la squadra del presidente Ferlaino solo a fine campionato 1990-91, per sedersi sulla panchina della nazionale italiana che, sotto la sua guida, vincerà i mondiali di USA 1994…”

Da Wiki Ucronia: Serie A 2014-15

“… dopo un campionato altalenante, il 31 maggio 2015 il Napoli agguantò il terzo posto, e l’annessa qualificazione ai play-off di Champions, vincendo lo scontro diretto del San Paolo contro la Lazio. Artefice della vittoria fu il bomber argentino Gonzalo Higuain, autore di una tripletta ed eroe della serata. Con gli azzurri in svantaggio di due gol al termine del primo tempo, il Pipita diventò il protagonista della partita, realizzando prima i due gol che portarono al pareggio i partenopei e poi trasformando il rigore della vittoria a un quarto d’ora dalla fine.

L’ingresso dei partenopei in Champions League convinse così il tecnico tedesco Jurgen Klopp, fresco di addio al Borussia Dortmund avvenuto un mese e mezzo prima, ad accettare la corte di De Laurentiis e trasferirsi a Napoli al posto del dimissionario Benitez…”

Da Wiki Ucronia: Serie A 2017/18

“… dopo la sconfitta casalinga della settimana precedente contro il Napoli, la sera del 28 aprile la Juventus si presenta a Milano stanca e senza le consuete sicurezze, sperando di difendere in casa dell’Inter lo striminzito punto di vantaggio sugli azzurri. La Juve riesce a passare in vantaggio con Douglas Costa dopo appena 13 minuti, ma poi nella ripresa subisce la reazione dell’Inter (rimasta in dieci per l’espulsione di Vecino), che raggiunge il pareggio con Icardi. La Juve sbanda e resta anch’essa in 10 a più di mezz’ora dalla fine per la seconda ammonizione e conseguente espulsione di Pjanic, comminata al bosniaco dal signor Orsato (in collaborazione con il VAR) per un fallo su Rafinha. I bianconeri sono ormai sull’orlo del crollo nervoso, ben coscienti della fine di un ciclo. Crollo certificato dall’autogol di Barzagli appena due minuti dopo. La Juve non riuscirà più a reagire e uscirà sconfitta dal Meazza.

Nonostante il match point a disposizione, il giorno successivo il Napoli riesce a strappare solo un sudatissimo pareggio per 0-0 a Firenze, essendo rimasto in 10 dopo appena 6 minuti per l’espulsione di Kalidou Koulibaly per un fallo da ultimo uomo. Questo pareggio mette le due contendenti a pari punti a quota 85.

L’equilibrio continua anche dopo la giornata successiva, con il Napoli vincitore in casa contro il Torino e la Juventus che batte il Bologna allo Stadium.

Diventa decisiva quindi la 37esima giornata, con la Juventus che non va oltre lo 0-0 all’Olimpico contro la Roma e il Napoli che invece espugna Marassi, battendo la Sampdoria per due a zero. La squadra di Maurizio Sarri resta così da sola in testa alla classifica, con due punti di vantaggio sui bianconeri. Lo scudetto è quasi in tasca e la festa partenopea è completata il 20 maggio 2018 con la vittoria al San Paolo contro il Crotone per 2-1, vittoria che rende inutile il 2-1 casalingo della Juventus  contro  il Verona.

Il Napoli con 94 punti, record assoluto nella sua storia, conquista il suo terzo scudetto, primo dell’era De Laurentiis e primo per l’allenatore Maurizio Sarri, che appena sei anni prima era stato esonerato da una squadra di serie C. È una rivoluzione copernicana per il calcio italiano. Il Napoli interrompe un dominio assoluto della Juventus durato 6 stagioni consecutive e si propone come portatore di un nuovo modello di calcio italiano, spettacolare e allo stesso tempo vincente. Modello ammirato in tutta Europa, dove le grandi big fanno a gara per assicurarsi l’allenatore toscano, che alla fine sceglierà di accasarsi presso il Chelsea, chiudendo da vincitore il suo ciclo napoletano…”

FACT CHECKING

Per i più giovani e per chi non ricorda tutta la storia del Napoli, ecco cosa è successo davvero e cosa non è successo. Segnalerò tra parentesi quali sono state le vere “sliding doors” che avrebbero forse cambiato, anche singolarmente, il destino di quello specifico campionato.

 1970-71

il Napoli rischiò davvero di vincere a Milano con l’Inter e così anche lo scudetto. Burgnich fu espulso davvero e il Napoli passò realmente in vantaggio con Altafini. Ma l’arbitro Gonella, per l’intervento (presunto) di Panzanato su Mazzola, il rigore all’Inter decise di concederlo (SLIDING DOOR), tra le vibranti proteste napoletane (i retroscena in questo articolo). L’Inter alla fine vinse quella partita per 2-1.

Il Napoli poi non vinse in casa del Milan, ma finì 1-1. Il Milan non sfiorò soltanto, ma segnò il gol dell’1-0 con Combin. I risultati di Milan e Inter, al netto delle gare con il Napoli, sono tutti veri. Il Napoli invece, dopo la sconfitta con l’Inter e il pari con il Milan, non vinse con Roma e Cagliari, ma perse la prima e pareggiò la seconda. L’ultima partita non finì 0-0 a Catania, ma 1-0 per i siciliani, e il Napoli finì terzo. Zoff ha vinto davvero gli altri 6 scudetti. Chiappella non riuscì poi a vincere nessuno scudetto da allenatore.

1974-75

Anche in questo campionato il Napoli arrivò vicinissimo allo scudetto. I fatti narrati sono tutti veri, tranne il secondo gol di Juliano, il cui bolide diretto nel sette ad un quarto d’ora dalla fine non finì in rete, ma fu deviato con la punta delle dita da Zoff (SLIDING DOOR). E tranne, naturalmente, il tiro al minuto 89 di Altafini, sul quale Esposito c’era, ma il cui salvataggio non riuscì (SLIDING DOOR), condannando il Napoli alla sconfitta.

Gli altri risultati delle due squadre dopo la sfida scudetto sono tutti veri e il Napoli fu davvero un modello calcistico per qualche anno in Italia. Seguito da pochi però, in quanto giudicato poco redditizio rispetto allo storico pragmatismo del gioco all’italiana.

1980-81

Il Napoli era davvero in testa alla classifica a 5 giornate dal termine. Però contro il Perugia la spaccata di Ferrario non fu miracolosamente salvata da Castellini, ma finì nella rete azzurra al primo minuto (SLIDING DOOR). Al 23’ Claudio Pellegrini non segnò, ma colpì un clamoroso doppio palo (SLIDING DOOR), oltre ad una serie di occasioni incredibilmente sciupate dal Napoli.

Il Napoli non batté la Fiorentina in casa, ma pareggiò. Prima dello scontro casalingo contro la Juve, il Napoli era realmente di nuovo in corsa per il titolo, ma il tiro leggero (così fu definito nelle cronache) di Verza, effettivamente deviato da Guidetti, finì alle spalle di Castellini. La partita finì infatti 1-0 per i bianconeri. Nell’ultima partita di campionato ad Udine, il Napoli passò effettivamente in vantaggio con Pellegrini, su passaggio di Krol, al 19’. Però, ormai senza stimoli ed obiettivi, si lasciò rimontare e battere dall’Udinese negli ultimi minuti, concedendo la salvezza ai friulani. Il Napoli chiuse così al terzo posto. I risultati di Juventus e Roma sono tutti reali. Le altre vittorie di Ruud Krol sono tutte vere e per Rino Marchesi sarebbe stato davvero l’unico scudetto della carriera.

1987-88

Fino al quarto minuto di Napoli-Milan i fatti raccontati sono tutti realmente accaduti. Anche l’atterramento di Bagni lanciato verso la porta (SLIDING DOOR). Però Baresi, reo nel primo tempo di altri interventi discutibili, non fu sanzionato in nessun modo. Il gol di Maradona fu quello del pareggio, non del vantaggio, e quello di Careca fissò il 2-3 finale. L’espulsione di Van Basten avvenne realmente con le stesse modalità del racconto in alto, e con lo stesso arbitro, ma due anni dopo a Verona, in occasione del secondo scudetto del Napoli. La settimana successiva alla sconfitta con il Milan, il Napoli, ormai in rottura prolungata, perse a Firenze (SLIDING DOOR). Una vittoria gli avrebbe invece consentito di raggiungere di nuovo il Milan, fermato sul pareggio dalla Juventus. L’eventuale ciclo vincente del Napoli di Maradona può apparire alquanto fantasioso a 30 anni di distanza. In realtà il Napoli fu per quasi due stagioni l’assoluto dominatore del calcio italiano. Nonostante il crollo nel finale della stagione 87-88, l’anno successivo fu capace di tornare di nuovo ai massimi livelli, non vincendo lo scudetto pur avendo ottenuto una media punti molto vicina a quella del primo scudetto. Ma ciò accadde solo perché l’Inter stabilì dei record sconosciuti dal calcio di allora. Il Napoli poi vinse realmente lo scudetto 1989-90. Per ciò che riguarda la Coppa dei Campioni, essa era all’epoca giudicata spesso meno ostica della Coppa UEFA, come numero e qualità delle squadre avversarie. Coppa UEFA che il Napoli vinse proprio nel 1989. Un lungo ciclo vincente del Napoli avrebbe probabilmente lanciato Bianchi e non Sacchi alla guida della nazionale, anche per continuità con il CT Vicini, terzo ai mondiali 1990. La vittoria dei mondiali sarebbe stata possibile anche con un allenatore diverso da Sacchi, che non usava convocare tutti i migliori calciatori del campionato, ma solo quelli che lui reputava più adatti alla sua filosofia di gioco. L’Italia ebbe in quegli anni una generazione di grandi calciatori che non furono convocati ai mondiali 1994, perché giudicati poco adatti da Sacchi al suo gioco (per esempio Bergomi, Ferrara, Lombardo, Mancini, Vialli). Infine, Berlusconi era molto noto all’epoca per le sue esternazioni calcistiche, soprattutto quando il Milan perdeva. E comunque, senza quella vittoria a Napoli, il suo ciclo vincente sarebbe cominciato probabilmente proprio con l’arrivo di Capello.

2014-15

Fino al rigore di Higuain è tutto vero. Poi, come tutti ricordano, il penalty fu sbagliato (SLIDING DOOR) e la Lazio fece altri due gol, condannando il Napoli al quinto posto. Jurgen Klopp era realmente fermo in attesa di accasarsi. Aveva più volte manifestato una sua fascinazione per Napoli. E probabilmente qualche contatto con De Laurentiis per il dopo Benitez ci fu per davvero. Chiaramente la partecipazione alla Champions League era la conditio sine qua non per un suo eventuale arrivo a Napoli.

2017-18

Sono fatti di ieri. Per chi non lo ricordasse, la Juventus stava realmente perdendo a Milano fino a pochi minuti dal termine. Però Pjanic non fu espulso (SLIDING DOOR), per un probabile errore di comunicazione tra VAR e arbitro Orsato, secondo una rilettura dei fatti. Fatto sta che poi la Juventus vinse e il Napoli non pareggiò a Firenze, ma perse. E l’espulsione di Koulibaly (SLIDING DOOR) fu il primo mattone caduto che fece poi crollare l’intero muro. Il Napoli non vinse contro il Torino, ma si fece rimontare nel finale, mentre gli altri risultati sono tutti veri. Sarri sarebbe andato via in ogni caso, era già praticamente d’accordo con il Chelsea. Che avrebbe lasciato il Napoli da vincitore è un fatto. Infine, il modello Napoli avrebbe sicuramente avuto ancora più appeal in caso di vittoria dello scudetto.

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