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Capire il Napoli di oggi: cinque partite fondamentali degli ultimi cinque anni

Da Napoli-Brugge e l’avvento del 4-3-3 di Sarri a Napoli-Juventus di Gattuso. Cinque scelte non basate sull’emotività ma individuate come tappe di un percorso

Capire il Napoli di oggi: cinque partite fondamentali degli ultimi cinque anni
during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Fc Juventus. (Hermann)

Di questi tempi, purtroppo, il tempo da trascorrere davanti ad uno schermo non manca. Ciò che viene riproposto, legato al calcio, sono partite storiche perché legate a vittorie o spettacolo, le due massime aspirazioni di chiunque segua questo sport, da fruitore o da protagonista. Eppure, ogni percorso si compone di tante tappe intermedie, momenti di svolta ugualmente importanti per certi aspetti, che spesso si perdono nella freddezza di un racconto annalistico o nell’emotività del sentimento. Per questo, i consigli che seguiranno sulle sfide da rivedere hanno come primo obiettivo la comprensione di alcuni passaggi, tattici ma non solo, che in epoca recente hanno condotto al Napoli di oggi. Cinque partite in cinque anni d’azzurro, da Maurizio Sarri a Gennaro Gattuso, passando per Carlo Ancelotti.

Napoli – Brugge 5-0, 17 settembre 2015, Europa League: la svolta sarrista

La primissima versione del Napoli di Maurizio Sarri è tutt’altro che imperdibile. Nelle prime tre uscite di campionato colleziona soltanto due punti, subendo una sconfitta accompagnata da due pareggi. Il tecnico riparte da quelle certezze con cui aveva reso notevole una squadra modesta come l’Empoli, il 4-3-1-2 con Valdifiori al centro del campo. I risultati però non mentono e l’allenatore prende atto che un sistema di gioco analogo non può essere riprodotto. La partita di Europa League con i belgi del Brugge offre l’occasione giusta per l’esperimento: Jorginho passa in regia e la squadra si dispone col 4-3-3. Si rivelerà la svolta, l’inizio del sarrismo. Il tridente, nel modulo e negli interpreti laddove possibile, caratterizzerà quello che probabilmente resta alla storia come il miglior calcio giocato dal Napoli.

Napoli – Besiktas 2-3, 19 ottobre 2016, Champions League: la prima di Mertens centravanti

Arkadiusz Milik prometteva grandi cose nel 2016, quattro gol in sei partite rappresentano un ottimo avvio di campionato, il suo primo a Napoli, considerando anche la partenza di Higuain. Il primo dei due gravi infortuni ai legamenti finisce per renderlo indisponibile. Sarri prova Gabbiadini contro la Roma, ma non convince. Così la mossa azzardata, contro il Besiktas: schierare Mertens al centro del tridente. Il belga andrà a segno, anche se gli azzurri usciranno sconfitti. Ma quel gol basterà per conquistare la fiducia dell’allenatore che da quel momento non perderà mai più. Proprio come un ruolo che nessuno, viste le caratteristiche fisiche, avrebbe mai pensato di affidargli.

Napoli – Liverpool, 3 ottobre 2018, Champions League: consapevolezza

I tre anni di Maurizio Sarri si sono caratterizzati per la rincorsa allo scudetto, nettamente preferito rispetto alle competizioni europee: lo conferma l’eliminazione dall’Europa League ai sedicesimi contro Villarreal e Lipsia, avversari senz’altro all’altezza. Un’inversione di tendenza che Aurelio De Laurentiis ha fatto intendere chiaramente di volere affidando la squadra a Carlo Ancelotti, il “re di coppe”. Gli azzurri ricevono il Liverpool alla seconda giornata della fase a gironi della Champions e neutralizzano totalmente uno degli attacchi più prolifici del mondo, anche grazie ad un accorgimento tattico: Maksimovic schierato da esterno destro, per garantire una marcatura efficace su Mané e in generale una maggiore stabilità. I Reds non tireranno mai in porta, il Napoli vincerà col gol di Insigne nel finale e capirà di poter sorprendere.

Napoli falli Liverpool

Liverpool – Napoli 1-0, 11 dicembre 2018, Champions League: le sliding doors

La gara di ritorno resta il più grande “se” dell’esperienza di Carlo Ancelotti sulla panchina del Napoli. Una partita che avrebbe poi cambiato la storia della competizione. La prima sliding door è addirittura precedente alla sfida: nell’ultima uscita infatti gli azzurri battono senza problemi la Stella Rossa ma subiscono un gol ininfluente nel punteggio che mette in discussione la qualificazione in caso di arrivo a pari punti nel girone. L’edizione 2018/19 sarà anche l’ultima in cui il VAR non sarà presente nella fase a gironi. Intorno al quarto d’ora della partita, Van Dijk commette un fallo terribile con Mertens che l’arbitro Skomina non può vedere bene perché incolpevolmente è lontano dall’azione. Lo sloveno opta per il giallo, ma l’intervento è chiaramente da rosso, mettendo in grave pericolo l’incolumità del belga; con una review sarebbe stato sicuramente espulso. Nel finale poi, Milik ha sul piede la palla del pareggio che costerebbe l’eliminazione del Liverpool ma calcia su Alisson, bravo a chiudergli lo specchio. Il Liverpool diventerà campione d’Europa e l’arbitro della finale col Tottenham sarà proprio Skomina, mentre a Rocchi – altro direttore di gara in lizza – sarà affidata la finale di Europa League Chelsea-Arsenal.

Napoli – Juventus 2-1, 26 gennaio 2020, Serie A: la vera impronta di Rino Gattuso

Un mese di incomprensioni che rischiava di compromettere tutto: De Laurentiis decide di esonerare a dicembre Ancelotti e di affidare la squadra ad un suo vecchio giocatore, Gennaro Gattuso. Il ritorno ad un gioco sistemico e posizionale non attecchisce, il Napoli colleziona qualche brutta figura e interviene in modo deciso sul mercato. Contro la Juventus del grande ex Sarri ci sarà la svolta. Gattuso riscrive il suo gioco con razionalità e lo adatta agli azzurri sia sotto il piano tattico che attitudinale. Il risultato è fatto di reparti serrati, Demme nuovo uomo d’ordine in mezzo al campo, pressione moderata e verticalità accentuata nelle ripartenze, grazie alla tecnica di calciatori come Zielinski e Insigne. Quella sfida è l’inizio di un parziale positivo da cinque vittorie e una sconfitta, rimasto aperto dopo la sospensione del campionato.

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