CorSport: porte chiuse, i club non le vogliono. Allora lavorino per riempire gli stadi
Quando sarà finita l'emergenza andrà ricordato al calcio di aver giudicato gli stadi vuoti un danno di immagine. I dirigenti potrebbero ridurre il costo dei biglietti e investire negli impianti

Sul Corriere dello Sport Angelo Carotenuto scrive delle partite a porte chiuse. Un fenomeno contro cui tutti si sono scagliati, negli ultimi giorni, ma su cui è possibile adesso ripartire. Come? Facendone tesoro, raccogliendo la lezione.
L’idea e l’immagine degli stadi vuoti sono apparse stonate a opinione pubblica e dirigenti, scrive, anche se in un momento di emergenza. Siamo stati costretti ad aprire gli occhi su un’ovvietà, che il calcio si gioca in mezzo alla folla. Bisognerà che i dirigenti del calcio si occupino della questione anche quando l’emergenza sarà finita.
“Altrimenti verrà autorizzato il sospetto che questa reazione agli stadi vuoti sarà stata una fiammata di retorica, o peggio ancora il basso tentativo di strappare ciascuno qualcosa per sé: una data migliore, un posticipuccio più comodo, un incasso da non restituire”.
Quando finirà l’emergenza il calcio avrà l’occasione di tornare ad essere credibile. Potrà succedere se tutti inizieranno a lavorare davvero per riempire gli stadi.
“Si potrebbe partire dal principio elementare che non si vende a 70 euro un biglietto di curva per finire a ragionare sul modello della Spagna, dove applicano decurtazioni ai diritti tv per chi rimane sotto una certa soglia di riempimento dell’impianto. Così come si potrebbero vincolare le società a investire una quota della cifra per rendere più moderni gli impianti, siano di proprietà o in convezione d’uso, per migliorare l’accesso, per facilitare la vendita dei biglietti”.
Quando tutto sarà finito, scrive,
“andrà ricordato ogni giorno al calcio italiano di aver giudicato gli stadi vuoti un danno di immagine per il movimento e per il paese, e andrà fatto di fronte ad ogni settore chiuso per razzismo negato o mal contrastato. Di fronte a un anello inagibile, a un settore ospiti rimasto invenduto e non utilizzato. Quando non ci sarà più un virus contro cui combattere, si capirà chi le porte chiuse non le voleva per davvero”.