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Coronavirus, i calciatori potrebbero fermare il campionato. Ne stanno discutendo

Il diritto alla salute è garantito dalla Costituzione. Non ci stanno a essere considerati solo attori di una giostra che va avanti con decisioni prese da altri sulla loro pelle

Come spesso accade, quando si tratta di assumere decisioni politiche i calciatori vengono poco considerati. Come se loro fossero semplicemente attori della vicenda, chiamati in causa solo quando regista e produttore decidono. In questi giorni, nel calcio italiano nessuno ha sentito il loro punto di vista. Da sabato rimbalzano e si rincorrono notizie relative a scontri tra governo, Lega Serie A e presidenti. Marotta contro Agnelli, il ruolo di Dal Pino, la posizione del ministro Spadafora. E ne è venuto fuori il pasticcio che ben conosciamo. Con la lite che prosegue e il calendario che naviga e cambia in un mare di incertezze.

Ma i reali protagonisti sono i calciatori. E i calciatori, parlando tra di loro, e attraverso il sindacato di categoria, si stanno interrogando. Il diritto alla salute è un diritto garantito dalla Costituzione. “Quanto rischiamo se continuiamo a giocare?”. Lo stop al campionato italiano di Serie A ha indotto i calciatori a porsi una serie di domande. Se è considerato pericoloso stare insieme sugli spalti, perché non dovrebbe esserlo stare in campo? Quanto rischiano? Per loro e per le loro famiglie.

C’è già stato una caso, quello della Pianese in Serie C. La Juventus Serie C è stata messa in quarantena. Il campionato è stato fermato. Almeno i gironi A e B.

I calciatori pretendono garanzie sanitarie. Vogliono sapere. Non possono essere considerati esclusivamente attori utilizzati per far andare avanti lo spettacolo. Per ora, la notizia è sottotraccia. Non è emerso ancora nulla di ufficiale. Ma presto il sindacato calciatori potrebbe venire allo scoperto: vogliono che venga garantito il loro diritto alla salute. Altrimenti, in attesa di saperne di  più, fermeranno il campionato. Se non ci sono le garanzie sanitarie, se non ci sono certezze sulla diffusione del coronavirus e sulle sue conseguenze, potrebbe essere loro a rifiutarsi di scendere in campo. Nessuno può decidere per i calciatori. Show must go on se e solo se saranno d’accordo i calciatori.

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