Zazzaroni su Petrachi: gli addetti alla comunicazione gli sottolineano «calunnie», «falsità» e «inesattezze»

Gianluca, a casa nostra, così come a Milano, i vigliacchi non si nascondono: noi ci mettiamo sempre la faccia e la firma

Petrachi

Iva Zazzaroni torna sulle dichiarazioni del ds della Roma Petrachi che ieri ha citato alcuni quotidiani, tra cui il Corriere dello Sport, sottolineando che su di lui si scrivevano solo «calunnie», «falsità» e «inesattezze». La tocca piano affermando che forse l’amico (ci tiene a sottolineare che lo stesso Petrachi ha ammesso di essere suo amico) dovrebbe prestare più attenzione alle sue dichiarazioni pubbliche dal momento che lavora alla Roma.

Gianluca, a casa nostra, così come a Milano, i vigliacchi non si nascondono: noi ci mettiamo sempre la faccia e la firma.

Il vero problema, precisa il direttore del quotidiano sportivo, è che Petrachi non legge i giornali, non da solo, ma i “sensibilissimi” addetti alla comunicazione giallorossa gli consegnano ogni mattina la mazzetta sottolineando “le cazzate, calunnie, falsità, inesattezze pubblicate da quei vigliacchi”

Conoscendo la suscettibilità e la scarsa perizia dialettica di Petrachi, mi permetto di suggerire a Paul Rogers & derivati, gli stessi che postarono il tweet in inglese per darci dei razzisti innescando una delle più disprezzabili e immotivate shit storm degli ultimi tempi (do you remember “Black Friday”?), di risparmiarsi la fatica per non fare ulteriormente incazzare il ds e quelli che – inconsapevolmente? – riesce a colpire: da Monchi, Baldini e Baldissoni («dissi che per la Roma era l’anno zero per recuperare dagli errori fatti negli anni precedenti») al miliardario e prossimo proprietario fresco di oscar per “Parasite”, Parassita, Dan Friedkin («non arriva Paperon de’ Paperoni»).

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