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«Per Conte è tutto dovuto. Sarri sospettoso. Li licenziai per problemi di spogliatoio»

Il Giornale intervista Piero Mancini, ex presidente dell’Arezzo: «Immaginavo una carriera importante per Conte, mentre credo che Sarri abbia avuto buoni amici che gli abbiano permesso di arrivare a questi livelli»

«Per Conte è tutto dovuto. Sarri sospettoso. Li licenziai per problemi di spogliatoio»
Conte e Sarri

Il Giornale intervista Piero Mancini, il presidente dell’Arezzo che licenziò Antonio Conte e assunse al suo posto Maurizio Sarri. Domani i due si sfideranno nel derby d’Italia, Juventus-Inter.

«Presi Conte per il suo curriculum di calciatore. Mi costò centotrentamila euro. Era un maniaco del lavoro, era un vincente, difficile limitarlo, anzi impossibile».

Mancini racconta di averlo licenziato per problemi di spogliatoio.

«Perché lo spogliatoio entrò in ebollizione, in rivolta contro i suoi metodi di lavoro, l’ossessione continua, mai una parola di conforto. Del resto, Conte o lo ascolti e ubbidisci o è meglio scappar via. Non potendo cambiare la squadra decisi di cambiare l’allenatore. Conte non ti fa i complimenti nemmeno quando vinci, è tutto dovuto, anzi ripeteva che non si esce dal campo da vincenti ma si deve entrare in campo da vincenti. Esaspera qualunque dettaglio. Non riesce a mediare, non sa essere morbido o diplomatico. Esigente ai massimi. E questo, a volte, può costare».

Sarri gli fu consigliato dal direttore sportivo dell’Arezzo, Ermanno Pieroni. Era alle prime esperienze. Fu licenziato quando la squadra iniziò a disunirsi.

«Aveva ottenuto buoni risultati, battemmo in coppa Italia il Milan, che avrebbe vinto la Champions. Poi la squadra si disunì, lui andava avanti a testa bassa, sempre sospettoso di tutto, di tutti».

Mancini parla della scaramanzia dell’attuale tecnico bianconero.

«Scaramantico? Mai visto, in vita mia, uno più superstizioso di lui. Spargeva il sale nello spogliatoio e in campo, indossava la maglietta nera sui pantaloni o pantaloncini neri. E anche le mutande dovevano avere quel colore. E fumava, fumava, non so quanto».

Non si faceva la barba e non indossava la cravatta. Per lui, racconta, era una sofferenza farlo.

Si sarebbe immaginato il percorso fatto dai due allenatori? In parte, risponde. Ovvero, solo per Conte.

«Di certo avrei anche potuto immaginare una carriera importante per Conte, mentre credo che Sarri abbia avuto buoni amici che gli abbiano permesso di arrivare a questi livelli».

Il suo pronostico per domani è la vittoria dell’Inter.

«Vincerà l’Inter, sta meglio, prima o poi deve fare tre punti negli scontri diretti. Conte sta aspettando questa partita, è decisiva e poi la Juventus non sta bene, la sconfitta di Lione ha lasciato il segno, conosco Sarri, sta vivendo nervosamente, lui crede molto nel destino».

E infine una considerazione amara.

«Mai una chiamata da Sarri in quattordici anni. Ho incontrato Conte su un aereo, l’anno scorso, un paio di battute, tutto qui».

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