Malagò: Nicchi può anche farsi rieleggere, ma deve cambiare mentalità

Il Presidente del Coni al Corriere dello Sport sugli arbitri: "Qualcuno può anche pensare di farsi rieleggere, ma sbaglierebbe a pensare di poter continuare a fare domani ciò che ha fatto fino a oggi".

Il Presidente del Coni al Corriere dello Sport sugli arbitri: "Qualcuno può anche pensare di farsi rieleggere, ma sbaglierebbe a pensare di poter continuare a fare domani ciò che ha fatto fino a oggi".

“Qualcuno può anche pensare di farsi rieleggere, ma sbaglierebbe a pensare di poter continuare a fare domani ciò che ha fatto fino a oggi”. Il riferimento di Giovanni Malagò è al presidente dell’Aia Nicchi, che, modificato lo statuto dell’associazione degli arbitri, si ricandida a guidare i fischietti italiani.

Il Presidente del Coni risponde alla sua maniera a precisa domanda nella lunga intervista pubblicata dal Corriere dello Sport: “Ho la foto di Mattarella sulla scrivania a ricordarmi che, da garante dell’autonomia dello sport, non devo ingerire nelle dinamiche interne delle federazioni. Nessuno dovrà mai dire che ho difeso posizioni di parte”. Ma “il problema non è tanto quello di cambiare le persone, ma di cambiare la mentalità. Di capire ciò che si muove attorno e richiede adeguamenti. Ci sono persone che sono rimaste in sella perché hanno saputo intercettare questi fenomeni e governarli”.

A proposito di persone e di potere, in Lega i rapporti di forza stanno cambiando. Presidenti nuovi come Commisso chiedono spazio. Il loro ingresso nel campionato può riequilibrare antiche gerarchie? “Ci può stare. Può essere che Commisso segni una discontinuità rispetto al ruolo avuto in Lega da Della Valle, può essere che Friedkin si muova diversamente rispetto a Pallotta. Vedremo che succede”.

Malagò parla anche della regola del fallo di mano in area che ha trasformato il gioco: “A volte guardo le partite con mio padre. La sua generazione non ha conosciuto neanche la moviola. Mi chiede: ti sembra normale punire la casualità? La soluzione è il challenge? Non credo. Temo che spezzetterebbe troppo la competizione. Credo che bisognerebbe lavorare a monte. Migliorare la qualità delle decisioni e il rapporto arbitro-Var”.

 

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