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La decisione di Giua sul contato su Milik è tra le cose da (non) ricordare di Napoli-Lecce

I bambini che fanno il gesto della VAR sugli spalti dopo il tocco sul piede di Milik e il suo volo. La punizione di Mancosu mentre compriamo i biglietti per Messi. Il passaggio di petto di Koulibaly e il suo calcio stizzito al palo

La decisione di Giua sul contato su Milik è tra le cose da (non) ricordare di Napoli-Lecce

Uno. Al minuto 6 Koulibaly dà il suo saluto al San Paolo di nuovo pieno, al Lecce e alla Serie A con un passaggio di petto smorzato, dolce, felpato, di seta. Dà una carezza al pallone con i pettorali. Ne farà un altro a quattro minuti dalla fine. Il primo spinge al sorriso, il secondo alla jastemma

Due. Il palo esterno di Insigne. Spalle alla porta, sapendo bene dove si trova e dove si trova la porta, il capitano schiocca la palla all’indietro come un bacio alla stazione quando una persona che ti è cara sta partendo. Incoccia il mezzo ferro ma siamo ancora nella fase della partita in cui tutto sembra un segnale incoraggiante e non nefasto

Tre. Il calcio mollato al palo di Koulibaly. Dieci minuti dopo aver preso il gol dello 0-1 da Lapadula, Falco fa il ballerino sul pallone e soprattutto fa ballare Di Lorenzo e Maksimovic. Di qui la stizza del senegalese che forse dentro di sé già ha capito la piega che sta prendendo il pomeriggio. 

Quattro. Al minuto 48 Milik prova a mangiarsi un gol, ma il tentativo di sparare in cielo un pallone calciandolo dall’interno dell’area piccola, fallisce in modo misero e il pallone termina inopinatamente in porta.

Cinque. Al minuto 61 Lapadula mette in scena una lezione da centravanti vecchio stile. Non che fino a quel momento sia stato innocuo. Anzi. Ha difeso la palla, ha fatto salire la squadra, ha combattuto. Qui si supera. Prende posizione con il corpo davanti a Di Lorenzo, che un ingenuo non è, e su un pallone mancino di Falco con la testa spizza quanto basta per far impennare la traiettoria alle spalle di Ospina.

Sei. Minuto 75. Il momento che può cambiare il pomeriggio. Il contatto su Milik. Lo guardi dal campo e vedi un uomo volare. Lo guardi in televisione e vedi un piede che ne urta un altro. È chiaro che il Napoli protesti e che si chieda perché l’arbitro non sia andato a guardare il VAR. Ma è vero che nei giorni scorsi molte voci tra osservatori, opinionisti e addetti ai lavori hanno ripetutamente sottolineato che non si può togliere all’arbitro il potere della discrezionalità sui contatti in area. Mi fa male dirlo, ma evidentemente l’arbitro ha giudicato quel contatto così lieve da non motivare il volo di Milik, che gli deve essere parso sfacciato e innaturale. Milik ha dato a Giua la possibilità di non fischiare. L’impressione è che il Napoli continui a pagare l’episodio di Mertens a Firenze, prima giornata. In ogni caso, qui da ricordare ci sono i bambini che sugli spalti fanno il gesto della VAR.

Sette. Minuto 76. Alzando un cartellone a bordo campo con un numero che si illumina per le sostituzioni, ci viene ricordato che esiste anche Lozano

Otto. Minuto 80. Mario Rui atterra Lapadula lanciato in contropiede e viene ammonito. Saponara protesta. Non gli basta la punizione, non gli basta l’ammonizione, forse chiede l’estradizione del portoghese in Texas per la pena di morte.

Nove. Minuto 82. La gente si è fatta la fila per comprare il biglietto per Messi e intanto vede un gioiello di Mancosu. Un calcio di punizione alla Mihajlovic ma con il piede destro.

Dieci. Minuto 90. L’elegante sforbiciata di Callejon che non riapre la partita e non riapre il campionato.

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