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Con “Uncut gems” i Safdie si confermano gli Scorsese 2.0

La capacità dei fratelli Safdie è quella di riportare ai limiti della commedia umana questa quotidianità malata, quasi come se fosse ordinaria

Con “Uncut gems” i Safdie si confermano gli Scorsese 2.0

Il film “Uncut gems” ha vinto tre premi ai 35th° “Indepedent spirit awards” (gli Oscar del cinema indipendente americano) assegnati l’8 febbraio a Santa Monica in California: miglior attore protagonista: Adam Sandler, migliore regia: Josh e Benny Safdie; migliore montaggio: Ronald Bronstein e Benny Safdie.

Dopo “Good time (2017)” tutti aspettavano questo “Uncut gems” il nuovo film dei registi ‘indipendenti’ Josh e Benny Safdie che da pochi giorni può essere visto su Netflix. Questo perché il primo film aveva lasciato quell’aurea di ‘non già visto’ che caratterizza i cineasti di razza. Howard Ratner (Adam Sandler) è un venditore di preziosi che vive in una New York dove la lunga marcia del denaro detta i suoi ritmi alienanti: è uno scommettitore compulsivo di somme a prestito che lo portano in un vortice di nonsense fuggendo da creditori di mezza tacca. Ad un passo dalla separazione con la moglie Dinah (Idina Menzel), ha un’amante Julia (Julia Fox), con cui condivide un’altra vita. Howard, un ebreo secolarizzato, cerca il colpo grosso nella vendita all’asta di una pietra di opale non tagliata da abbinare ad una scommessa su una partita di playoff di Nba dei Celtics della stella Kevin Garrett, che ha assunto l’opale come portafortuna.

La capacità dei fratelli Safdie è quella di riportare ai limiti della commedia umana questa quotidianità malata, quasi come se fosse ordinaria. La malattia entra nel vissuto e si fa ritmo di vita: ed in questo gioco emergono le grandi capacità attoriali di Sandler che dà il meglio di sé in questo ruoli febbrili e frenetici: passando dal comico al drammatico con una leggerezza che fa il grande attore. I Safdie rappresentano una frontiera tangibile di mondi poco rappresentati: sono gli Scorsese 2.0 di un mondo che si è fatto criminalmente globalizzato.

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