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Ci aspettano con triccaballacche, facciamo capire che Napoli è anche altro

Siamo quelli che non hanno nulla da perdere. Faccia a faccia sfiliamo la “currea” e sorprendiamoli con la leggerezza degli incoscienti

Ci aspettano con triccaballacche, facciamo capire che Napoli è anche altro

Maschere e mascherine, coriandoli e stelle filanti, un tappeto colorato che parte da lontano per arrivare a Napoli in una serata di Carnevale che lascia sfilare i carri al San Paolo.

“Turnamme ‘a fa pace!” Caricano i blaugrana mentre il Napoli inforna una lasagna nel forno della incredula possibilità di passare alla storia. Come siamo Messi? Bene, benissimo, andiamo alla festa senza nulla da perdere, gioiosi e convinti che possiamo farcela. Perché noi possiamo farcela.

Cazzimma, serietà, e pazzia. Faccia a faccia sfiliamo la “currea” e sorprendiamoli con la leggerezza degli incoscienti. La Champions arriva nella paranoia nazionale, tra la guerra social a chi mette più paura. Cosi come ossigeno puro si propaga a gocce l’ansia dell’attesa. Napoli-Barcellona, mai prima d’ora, quel miscuglio similare che ci unisce. Il più forte giocatore al mondo in attività nella casa del più forte della storia. Quella assonanza tra la pulce e il dio del calcio che lo accompagna da quando gioca a pallone. Leo in quella che fu la casa di Diego, Leo contro l’immagine cristallizzata di quel popolo che non riesce a staccarsi da quello che è stato Maradona. Leo ci vedrà e arrossirà e noi lo dobbiamo sapere che alzerà gli occhi e ci temerà, perché noi abbiamo la sfrontatezza di chi balla al centro della pista incurante degli sguardi snob dei festaioli d’apparenza.

Maschere e mascherine, il neomelodico che spiazza, la carnevalata di uno scherzo bonario che ci mette di martedì grasso di fronte la leggenda e la realtà. Senza paura ragazzi miei, arroccati e stretti, sarisse pronte come una falange oplitica, come Leonida più di Leonida, stretti contro Serse che deve guardarci e scorgere la possibilità di rimandare tutto al Camp Nou. Ogni napoletano sbriciolerà migliacci a mo’ di Pollicino per non perdere la strada dello stadio, del televisore, della radio, già dalle tre del pomeriggio, quando saremo paralizzati ad aspettare la sfilata che ci riconcilia con il calcio vero. In Champions siamo anime serene, in campionato singhiozzanti neonati ma in crescita. Leviamoci la maschera nel bel mezzo della festa, lasciamo agli altri l’onore di vestirsi da Pulcinella, a quelli che già ci vedono l’Atalanta contro Messi, a quelli che già ci aspettano con triccaballacche e mandolini, facciomogli vedere che il Napoli e Napoli insieme possono rivoluzionare l’idea banale che alberga nel bel paese. A faccia tosta, per la storia!

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