Crosetti intervista su Repubblica la voce iconica dello “scusa Ameri!”, raccontando la trasmissione che ha fatto la storia del calcio italiano

Tutto il calcio minuto per minuto compie 60 anni, oggi. La trasmissione radiofonica che ha raccontato il calcio agli italiani, diventando un rito domenicale come la messa, oggi è un’altra cosa tagliuzzata com’è dal calendario-spezzatino. Ha vinto la tv alla fine. Ma i vari “diretta gol” sono una riproposizione di un format nato in Rai e diventato iconico, quasi mitologico.
Come Ezio Luzi, il “disturbatore” dalla Serie B. Quello degli infiniti “scusa Ameri!”. Che Maurizio Crosetti intervista su Repubblica, e che riporta alla mente un mondo meraviglioso di aneddoti e storie.
“Prima Olimpiade, Roma 1960, un sogno. Paolo Valenti fa la radiocronaca della maratona e mica ci sono i monitor. Allora, circola questa voce dell’etiope senza scarpe, così Paolo mi manda a vedere da vicino se è vero, io che sono l’ultima ruota del carro parto spedito e alla fine gli dico sì, Abebe Bikila sta proprio correndo scalzo, e scalzo trionferà”.
Luzi spiega il segreto della longevità di Tutto il calcio:
“Era, ed è, la radio, cioè l’immaginazione. Io parlo e tu giochi la partita come se stessi leggendo un romanzo. Non la vedi soltanto: la giochi proprio”.
Parla dei maestri. Di Enrico Ameri (“Il più bravo, aveva il ritmo dentro”) e di Sandro Ciotti: “più tecnico, più aulico ma meno trascinatore. E la sua voce roca negli ultimi anni era diventata francamente inascoltabile”.
E parla degli scoop che confermano un suo stesso assunto: “Il giornalismo è tutto di Serie A oppure non è”. Maradona al Napoli, per esempio.
“Lo intervistai al Torneo del Bicentenario e mi disse: paisà, tra poco vengo a giocare in Italia, nel Napoli. Mi chiamava paisà perché anch’io sono nato in Argentina”.
O la bomba ai Giochi di Atlanta 1996, che per poco non lo ammazza.
“L’esplosione avvenne mentre stavo attraversando la piazza. La botta mi scaraventò a terra senza ferirmi. Mi rialzai pensando solo di tornare in studio e raccontarlo: arrivai prima della Cnn, prima di tutti”.
Hai voglia a dire che la radio è morta, anzi…
“Noi non ci ammazza nessuno perché creiamo mondi, e perché tutti vogliono ascoltare una voce che racconta una storia”.