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Quella di Sarri su strisce e rigori era solo una risposta ironica e intelligente

Era un modo leggere per smorzare la polemica. Ridicole le reazioni juventine. Non spetta Sarri difendere la presunta – molto presunta – onorabilità juventina

Quella di Sarri su strisce e rigori era solo una risposta ironica e intelligente
Juventus' Italian coach Maurizio Sarri gestures during the Italian Serie A football match SS Lazio vs Juventus FC. (Hermann)

Fermi tutti, il Napolista sta per difendere Maurizio Sarri reo di aver risposto in maniera ironica e quindi intelligente a una domanda in sala stampa a Napoli al termine del match contro la Juventus. Il giornalista è tornato sulla vecchia affermazione di Sarri – quando era allenatore del Napoli – a proposito dei rigori, “per averne bisogna indossare la maglia a strisce”.

E lui è stato al gioco e ha risposto: «E infatti quest’anno non giochiamo più con la maglia strisce e non ce ne assegnano più». Una battuta arguta per smorzare la polemica. La responsabile della comunicazione che lo accompagnava in sala stampa, non ha potuto fare a meno di tradire un sorriso.

Sarri ha poi proseguito ricordando che la Juventus, nonostante sia spesso nell’area avversaria, ha avuto lo stesso numero di rigori sia a favore sia contro: sei contro sei.

Che cosa avrebbe dovuto dire? Sarebbe dovuto partire, impettito, nella difesa lancia in resta dell’onore juventino? Sarebbe stato ridicolo. Capiamo che il popolo juventino – dirigenti compresi – è convinto di essere al centro di un complotto internazionale. Ma non si può chiedere a tutti di indossare gli occhiali deformanti. A ciascuno il suo. Non spetta a Sarri difendere la presunta – molto presunta, tra l’altro – onorabilità juventina. È una polemica francamente ridicola. Il calcio si conferma un luogo in cui tutti gli attori – a partire dai tifosi – pretendono l’ipocrisia a che quando risulterebbe grottesca. L’ironia e la leggerezza sono bandite.

I dirigenti della Juventus si concentrassero sul campo, lì hanno rilievi ben più fondati da muovere al loro allenatore.

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