Lo ha stabilito la Cassazione in riferimento al mancato pagamento da parte del club giallorosso dell’Iva sulle partite in trasferta nel 2000

La Corte di cassazione con la recentissima sentenza 16 dicembre 2019 n. 33040, ha sancito che l’As Roma dovrà versare il corrispettivo di circa 4 miliardi di vecchie lire per non aver pagato l’Iva sulle partite in trasferta nel 2000.
Lo riporta Italia Oggi che spiega
I compensi da stadio percepiti dalle società di calcio che giocano in trasferta non hanno natura mutualistica e, quindi, sono assoggettati ad Iva.
Costituisce, infatti, operazione fiscalmente rilevante ai fini Iva e, dunque, soggetta all’obbligo di fatturazione, il trasferimento patrimoniale a cui la squadra ospitante è obbligata – in base alle norme della Federazione – a favore della squadra ospite.
Il club giallorosso aveva contestato considerando che i compensi percepiti per la partecipazione agli incassi delle partite giocate in trasferta dalla sua squadra di calcio avessero natura mutualistica. Ragionamento smentito dalla Cassazione
Le prestazioni della società calcistica ospite sono, infatti, soggette a Iva, essendo realizzate da un soggetto passivo d’imposta (la società professionistica) che effettua servizi di spettacolo sportivo secondo il requisito di territorialità, generando pertanto reddito d’impresa