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Gasperini è lo stesso che a Bergamo non sente i cori contro Napoli?

I cori si sentono sempre o non si sentono mai. Ovviamente sua madre meriterebbe rispetto anche se non avesse fatto la guerra

Gasperini è lo stesso che a Bergamo non sente i cori contro Napoli?
Gasperini (Photo Hermann)

Vi prego di approcciare alla lettura di questo articolo immaginando in mente la musichetta di di Super Mario Bros. Fatto? Bene. Parliamo del martire del giorno, tale Giampiero Gasperini ferito moralmente, insultato e preso di mira dal pubblico fiorentino, quel pubblico che allegramente si sta distinguendo in quanto a malessere culturale già da tempo. Insomma, il bersaglio era la povera mamma del mister atalantino che, a detta sua, ha fatto la guerra, ha partecipato alla Resistenza e merita rispetto. Lo meriterebbe a prescindere, poverina, che c’entra?

Lui si è offeso, ha sbottato, si è arrabbiato, insomma proprio non ha evitato lo scontro con la curva Fiesole, si so messi in mezzo le società, una lite cocente che ha come motivo il sentimento atavico dell’uomo: “’A mamma è sempe ‘a mamma!”. Tanto che ho detto: “vuoi vedere che questi ci vogliono pezzottare le sceneggiate?”

Tuttavia, sebbene i motivi siano più che validi, voglio far notare al caro Gasp che esiste una virtù assai nobile quanto importante che si chiama coerenza. I cori si sentono sempre o non si sentono mai. I cori di merda sono sempre di merda a prescindere da chi sia l’oggetto dell’offesa, e a volte sono peggiori di quelli che feriscono il proprio narcisismo, la propria pelle. Ecco, appunto, la pelle, quella che odora di radici, di appartenenza, oggi si dice di discriminazione territoriale. Parliamo di gratuito razzismo. Forse eri affetto da otite quando dichiarasti: “i cori contro i napoletani? Ma dai, non li ha sentiti nessuno!” o semplicemente eri conscio di una responsabilità morale più grossa, più autentica, più rivoluzionaria. Lasciaci il numero dell’otorino, ci servirà per quanto tornerai ad essere sordo.

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