ilNapolista

Federer annulla 7 match point e vince anche con una gamba sola

Battuto Sandgren: è in semifinale agli Australian Open. Ha giocato 1.512 partite e non si è mai ritirato. Nemmeno oggi con un problema all’inguine

Federer annulla 7 match point e vince anche con una gamba sola

Roger Federer, quello elegante, ha giocato 1.512 partite in carriera e non si è mai ritirato. Mai. Colui altrimenti detto “il tennis” ha battuto uno che di nome fa Tennys. Lo ha fatto da zoppo, quasi, annullando 7 match point di cui tre di fila. A 38 anni. Qualificandosi per le semifinali degli Australian Open, ed è il primo della storia che lo fa per 15 volte nello stesso slam: Connors s’era fermato a 14.

E poi ci sarebbero tutti gli altri numeri, da farne un esame all’università. Ma il punto non è quello, né l’aggiornamento della letteratura del gesto, del mito, della legenda. E’ che Roger Federer ogni tanto ricorda al mondo intero che la patina della perfezione è appunto solo una copertina. Non suda, sorride poco, solo alla fine, e non si incazza, almeno non lo dà troppo a vedere. Forse è quello, che trae in inganno. Ma sotto c’è una determinazione cannibale, che è solo la traduzione in Svizzera di quella di Nadal.

Ha battuto Tennys Sandgren, una specie di Fred Flintstones del tennis, con quell’aria da tamarro anni 90 perfetta per recitare il ruolo dell’antagonista rozzo e violento e amplificare una volta di più l’impresa. Coi toni giusti, l’esaltazione del campione infinito.

“Federer è Federer”, ripete Nadal ogni volta. E che gli vuoi dire. “Credo nei miracoli”, risponde Federer a match finito. Rimettendosi l’aureola a posto.

“Probabilmente non meritavo di vincere. Ho avuto un problema all’inguine, cercavo di non mostrarlo ma non ero al 100%. Sono stato molto fortunato. La prossima partita? Non ho molto da perdere, se non vincerò andrò in Svizzera a sciare…”.

Noblesse oblige. Non che stia lì a ricordare che l’infortunio ha disinnescato a partita in corso le sue armi principali, il servizio e la risposta. No, lui voleva nasconderlo, perché non sta bene. E’ poco elegante, gli alibi non gli si confanno. Tanto poi lui annulla 7 matchpoint, vince e si dice fortunato.

Che poi anche Sandgren, l’esecutore materiale delle eliminazioni di Fognini e Berrettini, ha una storia che andrebbe raccontata a parte. A cominciare da quel ranking numero 100 che proprio non si addice alla qualità del suo gioco. E ad una testa che gli fa dire cose così:

“So cogliere bene le occasioni perché non me ne sono capitate così tante. Forse non dovrei essere qui. Ma non voglio dare per scontato il tempo che passo sul campo circondato da così tanti tifosi dopo aver giocato molte volte di fronte a poche persone. Questo mi fa tirare fuori il meglio. Ho trascorso gran parte della mia carriera senza neanche poter annusare queste opportunità. Ci sono giocatori anche migliori di me, contro cui ho giocato in challenger o futures, che hanno smesso di giocare perché non ci stavano dentro economicamente o a causa di infortuni. Io ho avuto abbastanza fortuna da poter continuare a cullare il mio sogno, ma c’erano sicuramente molte possibilità che andasse diversamente”.

Ecco, ha avuto 7 occasioni per battere Federer. Tennys poteva battere “il tennis”. Ma poi è andata come doveva andare: non ci si ritira, non ci si arrende, non si molla. Gli infortuni si nascondono, non ci si lamenta. Si vince addentando ogni centimetro di campo. Poi tanto la poetica della divinità altera farà il resto, narrando l’eleganza e non il cannibale.

 

ilnapolista © riproduzione riservata