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Ora emerge il vuoto nel centrocampo del Napoli

Gattuso davanti a sé una salita: sia in campionato sia in Champions. Deve provare a raggiungere il gruppo della maglia rosa

Ora emerge il vuoto nel centrocampo del Napoli

Povero Napoli. Sballottato tra moduli, malinconiche cene di fine anno e promesse di pace, multe permettendo. In arrivo lo tsunami delle grandi partite di ritorno e del Barça di Messi, Suarez, Piqué e del giovanissimo Ansu Fati. Una collezione inverno –primavera di sfide, che vede un Napoli piccolo piccolo (per ora) e temibili avversari un po’ dappertutto, finanche nei bassifondi della massima serie.

Il gruppo maglia rosa e il cartello catalano

Ce la farà Gattuso il mediano a realizzare la Grande Impresa? Ovvero a raggiungere il gruppo maglia rosa in campionato e a sfidare il cartello catalano in Champions? E scusate, ma va detto, anche ad allontanarsi dalla maledetta media retrocessione? È vigilia di battaglie e bisognerà in tempo capirci qualcosa tra moduli e schemi di gioco: tra i più masticati, 4-3-3, il sospiro di Insigne dai tempi di Zeman, 4-4-2, spada e scudo di Re Carlo oramai accasatosi a velocità della luce in Premier, 4-2-3-1 il lascito europeo di Benitez, consumatosi col tempo, e via enumerando e nominando mai abbastanza.

La paura del vuoto

La “scienza” dell’occupazione degli spazi, delle fasi passive e offensive, del numero di passaggi, delle linee osservate o disattese, è spiegata benissimo, a firma di Alfonso Fasano, dal Napolista. All’ingrosso, Ancelotti predicava un dichiarato gioco ‘verticale’ ovvero pochi e smarcanti passaggi in avanti, quando occorre anche un gioco lungo, soprattutto velocità e intensità. Gli strappi (corti o lunghi), però, costano. Quanti se ne possono fare senza organizzate fasi di recupero e riposo? Il popolo ‘guardone’ si è sempre chiesto: e il centrocampo? Quello che si vedeva era solo un preoccupante vuoto. Centrocampisti di qualità a rincorrere avversari lanciati come schegge nella metà campo azzurra.

Il bug nella rosa

L’analizzatore di professione, girando e “sbariando” tra i rimedi possibili (e fallibili), ha dovuto alla fine scoprire un bug nella campagna acquisti. Mezze punte e mezze ali offensive a volontà. Incontristi di qualità solo il povero Allan, mediano, regista di protezione, regista di costruzione, all’occorrenza incursore. Viene il dubbio, anzi no, la certezza, che sarebbe stato meglio risparmiarsi tanti mini acquisti, anche pagati profumatamente (Messico compreso), mentre l’unico giocatore che serviva era ed è un grande centrocampista, per intenderci alla Mascherano o alla De Rossi o, se vogliamo andare nel paleolitico, un tipo come Krol.

Il regista

Attenzione alla parola “regista”. Che non sia un raffinato perdente col fiato corto, ma uno che ha visione di gioco e pensiero veloce, e in dote anche forza e personalità. Un grande centrocampista e niente di meno. Facile a dirsi? Irrealistico? Il budget non consente? Allora, che ce lo porti la Befana. Abbiamo avuto più di dieci anni per pensarci e per farlo. Sarebbe ora.

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