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Napoli-Genk 4-0, pagelle / Addio Re Carlo, Napoli non ti ha meritato

Koulibaly ritrovato, i cross sbagliati di Mario Rui, Allan trova dentro di sé lo spirito di Pirlo, la svagatezza di Fabian, Milik mistero glorioso. La maestosità di Ancelotti

Napoli-Genk 4-0, pagelle / Addio Re Carlo, Napoli non ti ha meritato

MERET. Maltrovati sul pianeta Napule, Ilaria, che conferma la sua non sempre riuscita unicità storica, sociale, politica e sportiva, con uno stadio semivuoto e silenzioso e soprattutto con un clima di malefica sospensione attorno a Re Carlo, il meno colpevole di tutti. Eppure stasera, come scritto da Max, si giocava per gli ottavi di Champions, non per la Mitropa Cup competizione cui pure abbiamo partecipato. Mi scuso con il giovane Meret se da un po’ di tempo uso la sua pagella per il pistolotto introduttivo, ma non resisto. Quanto al pipelet nostrano fa una sola parata vera, quando smanaccia quel cross dal fondo di Ito. Indi viene graziato due volte dal gigante Onuachu. Tutto qui – 6

Il clima surreale degli spalti deve essersi espanso ovunque, Fabrizio. La città ne è coperta come dalla cenere di un vulcano che erutta. Perché scrivere queste pagelle mi sembra come continuare a leggere un libro mentre accanto a me stanno sgozzando qualcuno, hai presente? Tornando ad Alex, non è molto impegnato, ma quando deve si fa trovare pronto lo fa – 6

DI LORENZO. Un’altra partita perfetta. In questi tempi grami e tristi Di Lorenzo è una certezza, il primo a salire su un’ipotetica Arca di Noè dei salvati, non dei sommersi, di questa crisi iniziata e alimentata dal presidente padre-padrone con quella volgare dichiarazione di guerra sui rinnovi di Mertens e Callejon, il peccato originale di questa storia a mio giudizio. Di Lorenzo ricorda il vecchio classico terzino che sapeva coprire bene e spingere benissimo, una rarità oggi. La sua perla stasera è l’assist per il secondo gol di Sant’Arcadio – 7

Percorre tutto il campo, dalla difesa all’attacco. Prova a innescare Milik di testa recuperando un pallone al limite, ma Arkadius non riesce a girarsi bene e a prendere la porta. E’ sempre suo l’assist per il secondo gol di Milik. Infaticabile. Sembra che abbia un’esperienza di anni, ogni volta, invece è giovane e puro. E’ bellezza, è lealtà. Forse una delle pochissime cose a cui restare aggrappati – 7,5

MANOLAS. Il Genk vuole segnare a tutti i costi e il citato Onuachu in coppia con Paintsil un po’ di apprensione la genera. Ma l’Ellenico San Kostas non va mai in affanno, anzi a sua volta ostenta parecchia sicurezza. Una cappellata nel finale la combina, all’81’ in uscita – 6

Tutto sommato una partita attenta e di presenza. Non commette solo l’errore che dici tu, sul finale, ma ci può stare. Mi piace il suo sangue greco: è un tranquillo, ma anche granitico – 6,5

KOULIBALY. Il Napule ne fa quattro ma non dimentichiamo, Ilaria, la traversa di Kalidou nostro, dopo appena due minuti, preludio alla rete del Polacco Redivivo. Anche lui stasera si ritrova, è uno di quei momenti che ti segnano dentro e lui c’è, al punto che sfonda davanti più volte per trovare la strada del gol. Viva Kalidou e quello che ha detto su Ancelotti: “Sono e sarò sempre con Ancelotti”. Un voto in più per questo – 8

Attento a coprire quando deve, mi sembra un po’avventato con quelle incursioni in attacco che ogni volta si concede. Ci piacciono, ma sono ingiuste verso Manolas, che poi si ritrova solo. Sì, ha detto che sarà sempre con Ancelotti, ma ha anche fatto quell’accenno alle multe che il presidente ha promesso di alleviare che non mi è piaciuto. Come se fosse normale che i risultati negativi dipendessero dal pensiero delle multe. E poi ieri c’era da rispedire al mittente qualsiasi carineria di De Laurentiis, ad avere le palle per farlo. Chissà se anche lui ha applaudito la visita negli spogliatoi di Aurelio – 6,5

MARIO RUI. Il copione di Marittiello raramente cambia. Sgroppa, arretra, si avventa sui giganti dell’attacco, indi sbaglia con desolante regolarità tutti i traversoni. Per quello fallito del 22’, facile facile ma per lui difficile difficile, meriterebbe un paliatone – 6

Ci prova, si danna, si sbatte con ferocia, arriva al dunque e poi deve fare i conti con la mancanza di basi. Per fortuna, nel 70% dei casi, in questa vita, se hai grinta, voglia di fare e caparbietà riesci a inventarti qualcosa per sopravvivere, nel 30% restante possono venire fuori anche i cross sbagliati. Tutto sommato, comunque, la sua è una buona partita. Sul finale va un po’ in sofferenza, quando il Genk decide di provare ad attaccare per salvare chissà cosa – 6

CALLEJON. Il calcio è come la vita, colpe e antipatie e rancori e nostalgie talvolta si mescolano in un impasto nuovo quasi impossibile da incasellare con le parole. E l’Ispanico è il più sfuggente, come tutte le persone dotate di egregie celluline grigie. Gioca al solito suo e si guadagna due rigori, diconsi due rigori – 7

Finalmente una partita meno opaca delle ultime. Mi è piaciuto lo scambio con Di Lorenzo. Giovanni è un gran bel giocatore e quando lo spagnolo gli lascia campo lui inventa. Per il resto, Fabrizio, Callejon è uno che si nasconde, lo fa persino con i calzettoni tirati fin su e con le maniche lunghe a giugno. E anche uno dei più intelligenti, senza dubbio. Immagino che il suo cervello stia rimuginando parecchio – 6,5

LLORENTE dal 78’. Senza voto

Carlo gli ha permesso di esserci, lo ha permesso a tutti, prima di congedarsi – sv

ALLAN. Diciamocelo, Ilaria, ogni centrocampista sogna o ha sognato (tranne sicuramente Gattuso) di avere dentro di sé un potenziale Pirlo. Stasera, per la nostra strabiliata ammirazione, il Marziano tira fuori questo sogno e disegna calcio. Il secondo gol di Sant’Arcadio s’inizia a misurare dall’apertura tesa e forte di Allan per Di Lorenzo. Poi il lancio per Callejon che conduce al primo penalty. Ancora mi stropiccio gli occhi per questa strana creatura, Pirlallan – 7

E poi tampona, Fabrizio, mette un argine al centrocampo e questo basta a fare in modo che anche Zielinski e Fabian siano più rilassati e giochino meglio. L’abbraccio a Carlo è la dimostrazione del cuore di Allan, che, sbatti sbatti, alla fine è stato il primo a schierarsi con il suo allenatore e a mostrare quanto anche un calciatore può essere professionale. E Ancelotti queste cose non le dimentica – 7

FABIAN RUIZ. A tratti svagato, come quando regala due palle perigliose agli avversari. Nella linea di centro è quello che convince di meno stasera, pur impegnandosi nell’interdizione. Fabian è un altro che ha bisogno di ritrovare continuità e fare pace con le voci di mercato – 6

Gravissimo l’errore che compie quando non è passato nemmeno un quarto d’ora di partita: perde palla e innesca l’azione del Genk che per fortuna è neutralizzata dall’uscita di Meret. Alterna giocate di furbizia con errori banali. Una delusione in campo – 5,5  

ZIELINSKI. A Udine era stato il migliore nel secondo tempo, esempio per tutta la squadra. In questo Martedì Grasso di Champions, sta ufficialmente a sinistra ma non disdegna incursioni su tutto il fronte offensivo. San Piotr può diventare uno dei pilastri del rilancio in campionato – 6,5

Quando c’è Allan accanto a lui è come liberato. Inventa, si muove più libero, acquista fiducia. Corre tanto ma non sempre è preciso – 6,5

GAETANO dal 71’. Anche per lui sarà una serata da ricordare, la prima volta in campo in Champions – 6

Esordisce in Champions e lo fa con un gran bel carattere e due tunnel, mica male! – 6  

MERTENS. La Champions è una vetrina, Ilaria, e se giochi come ai vecchi tempi, indi segni ed esulti freddamente, significa che lo fai soprattutto per te stesso. Non a caso spesso cerca il colpo a effetto, tipo il cucchiaio da rigore o il pallonetto all’11’. Però a noi interessa la sostanza in maniera empiricamente oggettiva e Ciro il Furbo copre tutto il campo, avanti e indietro. Fino, appunto, alla marcatura personale – 7

Ha lasciato che a tirare quel rigore fosse Milik. Tanto mi soddisfa, il voto è sopratutto per quello – 7 

MILIK. Sant’Arcadio è un vero misterio glorioso. Scompare per settimane, ritorna all’improvviso e ne fa tre. Un gol di rapina, uno su azione, uno su rigore. Minchia, Ilaria – 8

Torna, segna tre volte e si porta il pallone a casa. Lo fa in scioltezza, passando un colpo di spugna sulle partite più nere del Napoli. Quasi commuove per la sua sfortuna ma anche per la voglia di farcela. Mi piace pensare che lo abbia fatto anche per Ancelotti, oltre che per se stesso. Il mister non lo ha mail mollato. Con il cucchiaio sul rigore mostra tutta la sua personalità – 8

LOZANO dal 78’. Senza voto

Passerella anche per lui. Ancelotti è un grande – sv

ANCELOTTI. Uno degli allenatori più vincenti al mondo diventa il capro espiatorio di una situazione bellica da manicomio, perdipiù dopo aver portato il Napule agli ottavi di Champions. Sono senza parole, Ilaria. E’ stata una guerra in cui ognuno ha giocato una partita personale: De Laurentiis che fa il Masaniello populista e trasforma la società in una sorta di B & B a conduzione familiare, con il figlio a lavorare in portineria; Insigne da Frattamaggiore disposto a tutto per proteggere la sua mattonella, l’unico posto dove non risente dei suoi evidenti limiti, non solo calcistici; i due senatori Mertens e Callejon feriti nel loro orgoglio e soprattutto nelle loro tasche. Addio Re Carlo, Napoli non ti ha meritato – 10

Siamo ostaggi di Insigne. E Insigne non fa prigionieri grazie all’appoggio di un presidente che, come dice Max, è diventato un figlio di Napoli. Siamo agli ottavi, ma con una macchia grandissima in mondovisione che non potrà essere cancellata mai più. Lo scuorno e la vergogna. Per quanto riguarda Carlo, si è dimostrato ancora una volta sontuoso. L’esonero lo ha salvato. Non poteva avere nulla in comune con una società così piccola – 10

ARBITRO CAKIR (TURCHIA). Un turco a Napoli, che arbitra benissimo. Un altro da importare in Italia, Erdogan permettendo – 7

 

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