Marelli su Napoli-Bologna: manca l’espulsione di Koulibaly e un rigore per il Napoli
L'ex arbitro definisce pessima pa prestazione di Pasqua. La chiara infrazione di Svanberg che trattiene vistosamente Manolas e poi lo butta a terra andava sanzionato

L’ex arbitro Luca Marelli nel suo consueto appuntamento di commento alla giornata arbitrale di Serie A, boccia decisamente la prestazione di Pasqua che definisce “irriconoscibile” e senza voglia di scendere in campo. Sei gli episodi che ripercorre nel corso della partita, e due gli errori gravi a suo parere, innanzitutto un mancato secondo gialli per Koulibaly che doveva essere espulso per doppia ammonizione
Al 74esimo minuto il Bologna parte in contropiede e, sulla trequarti offensiva, Svanberg cade a terra dopo un contrasto con Koulibaly.
Pasqua, correttamente, concede il vantaggio.
Successivamente tutti si aspettano il cartellino giallo per il difensore del Napoli che, conseguentemente, avrebbe dovuto essere espulso per doppia ammonizione:
Incomprensibile il motivo per cui Pasqua semplicemente abbia sorvolato sull’episodio. Non si tratta di un’azione potenzialmente pericolosa interrotta con un fallo semplice (trattenuta o “blocco”) ma di un’infrazione in netto ritardo e dritto sul calciatore avversario (il pallone, alla loro sinistra, era già stato giocato). Errore grave sul quale, peraltro, il VAR non può intervenire: l’ambito di intervento, infatti, è limitato ai cartellini rossi diretti, non alle seconde ammonizioni.
Poi all’82 manca un rigore per il Napoli su fallo in area di Svanberg che atterra Manolas su una punizione battuta da Insigne dalla sinistra
La dinamica complessiva dell’azione evidenzia una chiara infrazione di Svanberg che, ben prima che il pallone giunga in zona, prima trattiene vistosamente il difensore del Napoli e poi lo butta a terra:
Pasqua, in perfetto controllo dell’azione, non accenna nemmeno ad un fischio e lascia correre.
Rigore che è sbagliato non concedere.
Sorge anche in questo caso, secondo Marelli un errore derivante dall’impossibilità di utilizzare un “on field review“.
Siamo al solito problema di sempre: episodio controllato direttamente dall’arbitro, impossibilità di valutare oggettivamente un contrasto che rientra nelle fattispecie soggettive.
Resta il grave problema di un’interpretazione così stringente del protocollo: di fronte ad una trattenuta prolungata ed evidente, un calcio di rigore non è stato assegnato e non è stato nemmeno possibile procedere ad una “on field review“.
Si dovrà intervenire su questa linea interpretativa.