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Lotito: “Vivo sotto scorta per la mia battaglia contro i delinquenti presenti nelle curve”

Il presidente della Lazio intervistato da Libero. “La società ha sempre fatto muro per proteggere i calciatori dalle minacce. Un presidente non deve mai scendere a patti e compromessi”

Lotito: “Vivo sotto scorta per la mia battaglia contro i delinquenti presenti nelle curve”

All’indomani dei 13 arresti agli Irriducibili laziali per gli scontri legati alla finale di Coppa Italia tra Lazio e Atalanta, del 15 maggio scorso, Libero intervista il presidente Claudio Lotito.

Il presidente della Lazio racconta la sua lotta al tifo violento e al fenomeno della criminalità nelle curve.

“Ho sempre operato con una netta separazione tra il ruolo del Presidente e il ruolo dei tifosi. Il tifoso è un appassionato che deve sostenere la propria squadra del cuore nel rispetto delle regole. Il Presidente è, invece, custode del patrimonio storico e sportivo della società che preserva. E tramanda con sentimento e passione senza scendere a patti e compromessi e senza farsi condizionare nelle scelte gestionali e strategiche”.

Lotito è stato il primo ad azzerare i benefici degli ultras.

“Sono stato il primo a voler arginare i delinquenti rispondendo a modo duro e concretamente. Basta abbonamenti e biglietti gratis, basta con le trasferte pagate dalla Lazio”.

In questo modo, racconta, se è riuscito a interrompere “un connubio censurabile sotto tutti i punti di vista” tra club e tifoseria organizzata. Ciò

“ha acuito minacce e intimidazioni nei miei confronti, ed ancora oggi sono costretto a vivere sotto scorta. Ho dovuto sopportare negli anni e continuo a sopportare tutt’oggi una forte azione di dissenso, con strumenti leciti ed illeciti, che ha limitato la libertà personale mia e della mia famiglia”.

Anche i calciatori della Lazio hanno ricevuto minacce,

“ma la società ha sempre fatto muro a protezione dei nostri ragazzi”.

Da questo punto di vista è servito anche l’ingaggio dell’ex prefetto Nicolò D’Angelo come responsabile della sicurezza, spiega.

“Ho fortemente voluto una figura professionale di altissimo livello quale quella del Prefetto D’Angelo. Proprio in considerazione della mia ferma decisione di stare sempre dalla parte delle istituzioni e della legalità. Grazie ad una proficua collaborazione quotidiana siamo in grado di poter dar risposte immediate ad ogni iniziativa volta a destabilizzare la credibilità e la serenità dei giocatori e del club e tesa a minare l’immagine della società anche all’estero”.

Lotito ammette che nelle curve

“per quanto sparuta esiste una minoranza di tifosi che opera nell’illegalità e svolge attività delinquenziali all’interno degli stadi come spaccio di droghe, merchandising falso, prostituzione, estorsione”.

 

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