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Il 60% dei calciatori a rischio povertà entro 5 anni dal ritiro

Lo sostiene uno studio di Guglielmo Stendardo, ex difensore di Lazio e Atalanta oggi avvocato e docente di diritto sportivo all’università Luiss di Roma, che ha raccontato il fenomeno a Leggo

Il 60% dei calciatori a rischio povertà entro 5 anni dal ritiro

Calciatori a rischio povertà. Perché non è detto che gli agi economici durino tutta la vita: la carriera è corta, e spesso i giocatori non hanno una preparazione adeguata a gestire la ricchezza. E poi: mica tutti i calciatori guadagnano tanto da vivere di rendita.

Anzi, questa fortuna tocca “ad appena il 10%”. Lo sostiene uno studio di Guglielmo Stendardo, ex difensore di Lazio e Atalanta oggi avvocato e docente di diritto sportivo all’università Luiss di Roma, che ha raccontato il fenomeno a Leggo.

In Europa il 40% dei calciatori professionisti appena cinque anni dopo il ritiro va in difficoltà economiche. Una percentuale che si alza al 60% in Italia. Il 90% di chi smette non ha risparmiato abbastanza per il futuro e deve reinventarsi una carriera. E qui subentra il problema del deficit di istruzione: sette calciatori su dieci hanno solamente la licenza media.

La soluzione per Stendardo sta nell’affidarsi società finanziarie specializzate nella cura degli interessi dei campioni, come avviene negli USA. Inoltre la creazione di un fondo di accantonamento per almeno 5 anni e di polizze che rendano in forma di vitalizio per l’atleta, terrebbero al riparo gli ex calciatori operazioni finanziarie avventate. “In troppi – dice Stendardo – fanno errori di valutazione, o sono preda di manager e agenti senza scrupoli che non fanno i loro interessi”.

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