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I genitori provano a mentire, i figli li sbugiardano: “Stiamo tutto il giorno col telefonino”

I risultati della ricerca della Bocconi sull’uso dei telefonini. Sta venendo la figura di mamme e papà virtuali, ovviamente inadeguati. Mentre i figli in tv guardano affascinati “Il Collegio”

I genitori provano a mentire, i figli li sbugiardano: “Stiamo tutto il giorno col telefonino”

Fermi tutti! Qualcuno lo ha fatto. Qualcuno ha sbugiardato noi genitori. Noi che, per fare bella figura di fronte ad estranei, giuriamo e spergiuriamo che: i nostri figli tutto il giorno sui telefonini e i tablet? Mai! La nostra famiglia è differente. Ci sono le regole! In casa nostra si parla. I ragazzi al massimo li usano tre ore e poi nulla più.

Sì, come no. Tutte fregnacce.

E adesso è tutto nero su bianco. Grazie ad una ricerca condotta dalla Bocconi insieme all’associazione Impara Digitale. Ne parla oggi il Corriere della Sera.

1499 gli studenti intervistati, 848 i genitori, 80 i consigli di classe, 134 gli insegnanti. Oltre 600mila le risposte che sbugiardano una volta e per tutte noi mamme e anche i nostri consorti papà. E che costringono anche la scuola a fare marcia indietro su un’altra fregnaccia che aveva preso piede ultimamente: quella della scuola digitale. Per la quale, d’incanto, il modo tradizionale di studiare su libri e quaderni non andava più bene, perché i tempi sono cambiati, bisogna usare le nuove tecnologie.

E anche qui, come prima, la risposta è una: sì, come no. Per drogare ulteriormente questi ragazzi che abbiamo messo al mondo e che sono sempre più automi? Lobotomizzati da un circuito chiuso di telefoni, tablet e playstation.

Il curatore della ricerca, Francesco Sacco, parla chiaro:

«È la prima volta che vengono incrociate le risposte dei figli con quelle dei genitori, e che si ha la percezione netta di come madri e padri non siano abbastanza consapevoli dell’uso che i figli fanno dei mezzi tecnologici».

I genitori mentono persino sull’età in cui i ragazzi hanno avuto accesso a un cellulare.

Il 30% dei figli dice di averlo ricevuto tra i 6 e gli 8 anni, ma guarda caso solo il 19% dei genitori ammette di averlo concesso a quell’età. Lo 0,5% dei ragazzi dice di averlo avuto prima dei 3 anni. Embé, solo lo 0,2% dei genitori lo ammette.

Sul tempo di utilizzo, poi, è l’apoteosi. Si tende al ribasso. Per i genitori sono tre ore in media. Ovviamente i figli li smentiscono.

Chissà se scoprendo le risposte discolpanti di mamma e papà i pargoli abbiano anche sorriso chiedendosi il perché della truffa perpetrata ai danni di chi li intervistava.

Poi c’è la questione telefoni a scuola. Scrive il CorSera:

“Alle primarie tutti dicono di non portare il telefonino in classe, ma gli insegnanti testimoniano di averlo visto: a scuola il 23% lo usa di nascosto, perlopiù per copiare”.

La presidente di Impara Digitale, Dianora Bardi, è da incorniciare:

«C’è un gap generazionale che condiziona il rapporto docente-alunno. Ma non esiste più un controllo reale da parte dei genitori. Esiste la mamma virtuale, che pensa con i messaggini di poter controllare i propri figli, mentre il padre autorevole/autoritario non esiste più, sostituito dal padre simbolico, che punta sul dialogo».

Ovviamente il sistema finisce allo sbando, con buona pace dell’educazione dei figli, degli stimoli a crescere, a migliorarsi e via dicendo. Tutti lobotomizzati, perché mamma e papà sono stanchi di combattere. Perché che sarà mai? Almeno stiamo un po’ quieti mentre i figli stanno al telefono in camera loro. Almeno stanno zitti e io mi vedo un programma in tv in santa pace. Oggi tutti amici. Se tuo figlio ti manda affanculo, che vuoi che sia? Sono ragazzi.

È che noi genitori siamo proprio convinti, a furia di raccontarci balle, che quelle poi siano la realtà. Continua il quotidiano:

“i genitori sono convinti di aver messo paletti (81%), ma solo una parte degli studenti (69%) li riconosce, e l’11% dice di non rispettarli”.

Anche sull’uso del cellulare la sera mentiamo. Dalla ricerca viene fuori che i bambini delle elementari lo usano fino alle 23.10, i ragazzi delle medie fino alle 23.40, quelli delle superiori fino a oltre mezzanotte. E questo nonostante il 52% dei genitori dica di non averli autorizzati. Incredibile, eh? Pare quasi di non dividere la stessa casa.

Naturalmente usare il telefono la sera fa malissimo. Lo sappiamo tutti. Toglie ore di sonno, e la stanchezza fa diventare i ragazzi ansiosi e irrequieti. Lo spiega una volta in più Daniela Lucangeli, esperta di psicologia dell’apprendimento e prorettore dell’Università di Padova:

«Lo studente trascura le attività per usare le tecnologie, prende brutti voti, dà risposte brusche mentre usa tablet o telefonino. E non è vero che, come vorrebbero credere i genitori, il cellulare è alleato dello studio: il 68% lo usa poco o mai per i compiti. Conseguenze? L’ambizione degli studenti è sempre più modesta, il 58% fa il minimo».

Poveri noi, quanto rossore deve pervadere le nostre guance all’atto dello smascheramento perpetrato da quelli che ritenevamo i nostri più validi alleati, i nostri figli. Perché ci hanno tradito?

Ma la verità non è mai un tradimento, per loro dire la verità è normale. Per noi genitori evidentemente no. Molto più facile raccontarci la storia che siamo bravi a farli rigare dritti. Salvo poi andare a letto in preda ai rimorsi e ai dubbi esistenziali: cosa ho fatto per avere un figlio smidollato così, a cui non frega niente di quello che succede fuori e pensa solo al suo cellulare? Molto più facile dire alla mamma del compagno che nostro figlio sta davanti alla play station solo un’ora al giorno, salvo poi dimenticare che il figlio di quella a cui stiamo raccontando la balla, ogni volta che accenderà l’aggeggio troverà miracolosamente i nostri figli dall’altro lato. Ogni volta. Che figuraccia, mamma mia.

Che la scuola ci aiuti, per l’amor di dio. Finora non lo ha fatto, se non in parte. Magari levando di mezzo questa deriva della tecnologia sui banchi di scuola e tornando ai vecchi tempi in cui si studiava davvero e con carta, penna, quaderno e libri e persino i dizionari, potremmo sperare che ai nostri figli il cervello non si atrofizzi completamente almeno nelle ore scolastiche. Tanto poi a casa, a lobotomizzarli per non avere noie ci pensiamo noi.

E loro? I ragazzi? Siamo proprio sicuri che non apprezzerebbero un ritorno al passato. L’unico programma che i ragazzi oggi seguono in televisione con un interesse spasmodico è Il Collegio. Amano vedere i professori bacchettare i loro coetanei, si chiedono come facciano a non studiare con tutte le punizioni che ne ricevono in cambio. Amano vedere com’era la vita quando non esistevano le cose che hanno loro adesso. Fate un po’ voi…

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