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“Ho lasciato il campo perché mi sono sentito violentato. Ancelotti e Balotelli hanno ragione sul razzismo”

Il CorSport intervista Daffe, il portiere dell’Agazzanese oggetto di cori razzisti durante la partita con la Bagnolese: “Bisogna isolare gli stupidi e per questo vanno fermate le partite”

“Ho lasciato il campo perché mi sono sentito violentato. Ancelotti e Balotelli hanno ragione sul razzismo”

Abbiamo raccontato ieri il caso di Saidou Oumar Daffe. Il portiere dell’Agazzanese, dopo essere stato oggetto di cori razzisti nella partita contro la Bagnolese, si è tolto i guanti, li ha lanciati a terra ed ha abbandonato il campo. Costringendo l’arbitro a sospendere la partita.

Oggi Daffe è intervistato dal Corriere dello Sport. Racconta di essere venuto in Italia perché la scuola italiana dei portieri è la più valida del mondo e che qui si trova benissimo.

«Sono cittadino italiano dal 2008. Ho giocato fino alla Serie D con la Pro Piacenza. Avevo firmato un contratto triennale col Modena in B, però mi ha fermato la legge Bossi-Fini. Ora gioco con l’Agazzanese, faccio l’istruttore ai bambini di 5 anni in una scuola calcio e il preparatore al centro federale a Piacenza. Si vive bene a Parma, pur se ultimamente un certo clima è arrivato anche qui».

Daffe è sposato con un’italiana, con la quale ha due figli.

Racconta cosa è accaduto domenica.

«Ho fatto finta di nulla per lungo tempo. Ho perso 15 anni e va anche peggio. La mia famiglia non viene perché ne sente di tutti i colori. Ricordo che a gennaio giocavo in casa contro una squadra di Parma: sugli spalti ho sentito cose brutte da chi ho riconosciuto e i silenzi di chi ha fatto finta di niente, perciò ho denunciato l’accaduto. Mi hanno chiamato dicendo che stavo inventando le situazioni e mi ha fatto ancora più male. A Bagnolo è stata una cosa ancora più plateale. Uno scontro di gioco capita e non può scatenare l’offesa razzista».

Il portiere esclude che l’arbitro e i guardalinee non abbiano sentito le offese e spiega

«Me ne sono andato quando nessuno faceva nulla e dagli spalti insistevano. La mia squadra ha preferito non giocare e ho avuto la solidarietà degli avversari che mi ha fatto piacere e mi dà speranza».

Ora ci sarà la pronuncia del Giudice Sportivo.

«Non vorrei essere nei suoi panni, mentre lui dovrebbe mettersi nei miei. Sono stato espulso, vedrò come valuterà il caso. La partita è stata sospesa sullo 0-0 e mi dispiace se la mia squadra dovesse perdere 3 punti. Ma lo rifarei, mi sono sentito violentato».

Balotelli ha reagito più volte e Ancelotti chiede di sospendere le partite. Cosa ne pensa?

«Li appoggio. In uno stadio ci sono due-tre stupidi, non ci si può passare sopra né possono condizionare. Bisogna isolarli e per questo vanno fermate le partite. Non penso solo al colore della pelle, vale sempre quando ci si rivolge con violenza verbale a un giocatore o all’arbitro. Il gioco deve divertire e quando si supera il limite non è più un gioco. Balotelli lo seguivo da vicino quando stava all’Inter, sono tifoso nerazzurro».

Daffe si occupa di volontariato e beneficenza, a parte il calcio.

«Con due amici di Parma abbiamo attivato nel 2014 l’associazione Calcio Dilettanti e Solidarietà per aiutare 150 bambini a Mbour dove sono cresciuto. Raccogliamo fondi, generi di prima necessità e materiale sportivo. Andiamo in Senegal periodicamente».

Adesso si augura che il suo esempio serva.

«Me lo auguro, specie per i miei figli e i più giovani»

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