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Gazzetta: la manovra che ha spinto Miccichè alle dimissioni è un altro capitolo discutibile

La storia della Confindustria del calcio è fatta di congiure e sgambetti. Raramente ha tenuto conto dell’interesse industriale primario: valorizzare nel mondo il calcio italiano

Gazzetta: la manovra che ha spinto Miccichè alle dimissioni è un altro capitolo discutibile

“L’elezione di Miccichè non ha nulla di opaco, lo ha semmai la manovra che lo ha spinto alle dimissioni, proprio alla vigilia della discussione sui diritti tv”.

Lo scrive Stefano Barigelli sulla Gazzetta dello Sport. Quanto accaduto,

“è un altro discutibile capitolo della storia della Lega di serie A, la Confindustria del pallone. Una storia fatta spesso di congiure e sgambetti, che raramente ha tenuto conto dell’interesse industriale primario: valorizzare nel mondo il calcio italiano”.

Nei mesi della sua presidenza Micciché ha lavorato bene in un contesto complicato. Ha portato uno stile sobrio in un “mondo in cui la volgarità sembra, purtroppo, essere diventato un tratto distintivo”. E’ sbagliato e offensivo, scrive Barigelli, ridurlo a uomo di Malagò. Vuol dire sminuire il suo percorso professionale di banchiere e trasformare il tutto in una battaglia tra schieramenti in cui non contano né le capacità né i risultati.

Il passato della Lega, tra commissariamenti vari, già ci fa immaginare cosa aspettarci.

“Il calcio italiano ha bisogno di persone capaci, ha bisogno di trasparenza, ha bisogno di creare valore. Che poi, in teoria, sarebbe nell’interesse dei presidenti stessi”.

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